Marek Hamsik, da sei anni il pilastro del Napoli targato De Laurentiis. Sin dalla comparsa dello slovacco a Castel Volturno ogni Napoli targato Serie A porta la sua firma in calce nei nomi dei titolari insostituibili. Eppure la società partenopea ha provato, in ogni sessione di calciomercato, a rendere la solitudine del numero 17 meno forte, cercando un calciatore dalle sue stesse qualità, così da poter dividere non solo gli impegni, ma anche dando un aiuto allo slovacco dal punto di vista fisico e psicologico. Il risultato degli ultimi quattro anni? Hamsik ha dimostrato di essere unico e insostituibile nel suo ruolo, ha reso al massimo in ogni gara nonostante i cali fisiologici e col tempo è maturato anche psicologicamente, dimostrando grande forza mentale che gli permette in ogni gara di trascinare il Napoli verso le grandi prestazioni delle ultime stagioni. E’ lui l’elemento insostituibile di questo Napoli, più volte acclarato da Mazzarri che lo coccola e ne esalta le sue grandi potenzialità, basando la squadra di ogni domenica sul ragazzo con la cresta. E dei vice – Hamsik? Cosa ne è stato di quei giocatori arrivati con tante speranze e poi bruciati dal caldo di Napoli e della torcida partenopea?
RUSSOTTO – Pierpaolo Marino, allora dirigente generale del Napoli, nel 2008 decise di puntare tutto sul giovane trequartista ventenne di origine romane. Giocatore già stabile nell’under 21 nonostante le esperienze al Bellinzona, arriva al Napoli in prestito oneroso (350 mila euro) con diritto di riscatto basato sui 4 milioni e con l’etichetta di essere considerato uno dei migliori 50 talenti mondiali secondo il giornale World Soccer. Tutti i compagni diranno che Andrea dovrebbe esplodere da un momento all’altro, che Napoli fosse la piazza ideale per lui. Ma sia Reja che Donadoni non noteranno quest’immenso talento. Il suo campionato sarà una girandola di emozioni per tutto l’anno tra panchina e tribuna con solo 15 presenze all’attivo, nessuna dall’inizio come i suoi gol, che non serviranno per dimostrare il suo talento e meritarsi la riconferma.
SOSA – Nel 2010 il Napoli ci riprova: è il 30 agosto quando Bigon annuncia l’ingaggio di Jose Ernesto Sosa, costato 3 milioni di euro e in arrivo direttamente dal Bayern Monaco. Il “Principito” dimostra tanti guizzi di classe e tecnica pura ma è troppo lento e statico per poter completare il puzzle Napoli costruito da Walter Mazzarri, soprattutto nell’idea di dinamicità che il tecnico toscano ha in mente per plasmare al meglio le qualità di Marek Hamsik. Con l’eliminazione dall’ Europa League, scompare totalmente dalle “grazie” del tecnico di San Vincenzo e per lui parleranno solo le 31 presenze (pochissime dall’inizio) e un gol al Cesena. I compagni di squadra racconteranno di un giocatore dal “sinistro divino”, capace di far tutto in allenamento e di stupire lo staff tecnico, ma la tanta qualità finirà per andar via da Napoli alla prima occasione utile, nel luglio del 2011, quando il Metalist decide di investire sul “Principito” alla ricerca di un nuovo trono.
SANTANA – C’è chi parte e chi arriva per rimpinguare una rosa che nella stagione 2011-2012 aspetta con ansia il debutto in Champions. Persa la scommessa Sosa, Bigon prova a tuffarsi su un giocatore navigato, nato esterno ma all’occorrenza anche vice Hamsik, con molta dinamicità e tanta fantasia. Mario Alberto Santana arriva al Napoli a parametro azzurro con la voglia di consacrarsi definitivamente nel calcio italiano. In 6 mesi però, dalla consacrazione passa velocemente a dimostrarsi un vero e proprio bluff, un’incognita invece che un’innovazione tecnico-tattica. Solo 8 presenze in campionato (2 dall’inizio) e 3 presenze in Champions. Sarà il giocatore dell’anno a farsi espellere in tempi record. In un Catania – Napoli 2-1, Mazzarri lo inventa mediano nel suo solito 3-5-2 e il buon Santana in 18 minuti rimedia due gialli e lascia il Napoli in 10 a 5 minuti prima dello scadere del primo tempo. Quel match decreterà la sua bocciatura definitiva e a gennaio lascierà un Napoli in piena corsa Champions per abbracciare la difficile realtà Cesena, già ad un passo dalla retrocessione in B.
EL KADDOURI – Santana ritorna dal prestito dal Cesena ma andrà a Torino per far spazio ad Omar El Kaddouri. Il belga, con origine marocchine, arriva a Napoli a poche settimane dalla chiusura del mercato estivo 2012, con la speranza di poter completare un processo di maturazione importante dopo la gran stagione precedente a Brescia. Bigon paga 2 milioni per la comproprietà e anche qui i complimenti si sprecano. Per Corioni è un talento assoluto, per Mino Raiola, suo agente, Omar è il nuovo Zidane. Mazzarri crede molto nel trequartista e gli concede molte chance soprattutto in Europa League. Ma se al debutto con l’Aik l’emozione e il calore del San Paolo lo blocca, con il Psv nella debacle generale lui dimostrerà di essere il peggiore. 45′ minuti di partita senza mai uno spunto per un giocatore che ricopre uno dei ruoli cardini di questa squadra. Da allora le percentuali di utilizzo e le buone parole su di lui diminuiscono sensibilmente. La società però potrebbe continuare a puntare sul suo talento e per Omar, la matematica certezza dell’ingresso in Europa dalla porta principale potrebbe essere un toccasana perchè gli permetterebbe di continuare a dimostrare il suo valore e giocarsi una chance per la riconferma e far sì che, almeno stavolta, il tabù dal vice – Hamsik venga rotto con la tecnica e con la qualità.