Ci vorrebbe un amico: e visto da Napoli, Giampaolo Pozzo lo è; così come, osservando da Udine, lo è Aurelio De Laurentiis. Ci vorrebbe un (altro) difensore: e visto e rivisto, Mehdi Benatia (26) è l’uomo giusto da sistemare nel posto giusto, in quella linea a tre che resterà tra un po’ orfana di Hugo Campagnaro e desiderosa di muscoli, di centimetri, d’una rapidità che in quel marocchino grande e grosso non fa assolutamente difetto.
QUA LA MANO – Chi trova un amico trova un tesoro: e De Laurentiis e Pozzo sono fieramente allineati su posizioni ideologiche, orgogliosamente simili nello sviluppo dei rispettivi (e differenti) progetti, sinceramente (ed entrambi) convinti che a volte basta poco per concludere un affare. La telefonata che avvia (ufficiosamente) la trattativa è stata sufficiente per «regalarsi» reciprocamente un impegno e mentre il mercato è ancora lontano, Mehdi Benatia può cominciare a preparare la valigia, nell’attesa della fumata bianca: l’appuntamento è già fissato, arrivederci a lunedì prossimo, ma saranno dettagli, perché gli uomini – De Laurentiis e Pozzo – non hanno bisogno di andare per le lunghe, come dimostrato negli anni. Il Napoli che verrà riparte dalla difesa, va a colmare la lacuna che lascerà aperta Campagnaro (ormai promessosi all’Inter), infilerà nel proprio organico un calciatore sul quale ha spedito osservatori per un biennio circa e dal quale ha ricevuto, attraverso il campo, risposte più che soddisfacenti: Benatia ha persino la corsa sul breve, l’unica preoccupazione che ancora rimaneva, poi ha tenuta fisica e psicologica, ha capacità nelle coperture e nelle diagonali, sa – volendo – scalare pure in una retroguardia a quattro.
IL COSTO – La concorrenza è elevata ma il vantaggio del Napoli è rilevante, è netto, è indiscutibile: una forbice impossibile da colmare per chi non ha il privilegio di poter contare su quella stima solidissima che da sempre caratterizza il rapporto tra Aurelio De Laurentiis e Giampaolo Pozzo, manager moderni ma soprattutto amici. Il prezzo, quasi quasi, diventa un dettaglio: si ragiona intorno ai dieci milioni di euro, senza la necessità del braccio di ferro, cercando di trovare una soluzione che sia conveniente tanto per il Napoli quanto per l’Udinese, unite da una serie di scambi nel passato utili per tracciare una corsia preferenziale.
GLI ALTRI – Ma c’è un Napoli che va anche oltre Benatia, che continua a monitorare Astori (26) e Nainggolan (25), che resta presente in Francia per verificare (eventualmente) le possibilità di arrivare a N’Koulou (23), il camerunense dell’Olympique Marsiglia. I difensori, com’è ormai chiaro, saranno due: e dunque, oltre al marocchino, resta libero un posto, avendo il rientrante Fernandez vari estimatori, tra i quali la stessa Udinese.
LE PUNTE – Le manovre di avvicinamento per Dzeko (27) sono servite per farsi un’idea, per capire che (probabilmente) il centravanti bosniaco sia tentato soprattutto dalla Germania: ci saranno giorni, mesi, per avere conferme o smentite su queste ipotesi, che mutano poco gli scenari perché intanto Pablo Daniel Osvaldo (27) e Stevan Jovetic (24) restano idee fortissime, almeno quanto Giampaolo Pazzini (29). Si ballerà sulle punte a lungo, nell’attesa di avere percezione del futuro di Cavani.
VISITA IN CURIA – Il sacro non va mischiato con il profano, ma la cronaca racconta anche di un blitz di Aurelio De Laurentiis a Napoli, per incontrare il cardinale Crescenzio Sepe: occasione per dialogare di aspetti (ovviamente) differenti, di tornare sul desiderio di avere da parte del club anche un’incidenza nel sociale, di continuare ad istituire borse di studio per ragazzi meritevoli, di distendere le proprie mani verso la meglio gioventù d’una città che vive con la testa nel pallone. Il calcio, a modo suo, è una fede.
Fonte: Corriere dello Sport