Cavani era stato chiaro due mesi fa: mi trovo bene a Napoli, però il calcio è business. Un business per lui e per il club questa operazione. Ma sotto l’aspetto tecnico? Altrove – dal City al Real – il Matador troverebbe una squadra disposta a giocare per lui? E i nomi che circolano da mesi – da Dzeko a Pazzini – sono quelli giusti per rimpiazzare un attaccante che ha colorato i sogni del popolo napoletano? La permanenza del campione uruguaiano – il titolo di capocannoniere 2013 quasi conquistato – sarebbe la migliore garanzia per l’assalto alla Juve nella prossima stagione. Peraltro, ieri sera Cavani ha confermato che a Napoli vive bene e ha aperto uno spiraglio: “Dovrò aspettare il prossimo campionato per raggiungere i gol di Maradona”.
La vittoria del Milan in extremis sul Torino non ha consentito agli azzurri di festeggiare aritmeticamente il secondo posto e la qualificazione diretta in Champions: una formalità sembra conquistare altri tre punti nei prossimi 270’. L’Inter, ridotta ai minimi termini, ha avuto un sussulto d’orgoglio dopo il gol preso al 3’ e ha creato pressione sulla difesa. Ha trovato il rigore e ha pareggiato, però poi Cavani ha colpito ancora, con freddezza, dal dischetto. Si nota in queste settimane non soltanto la qualità del campione, ma soprattutto la forza del professionista, che non viene distratto da vicende di mercato e questioni personali.
La Juve ha festeggiato lo scudetto numero 29 con tre partite di anticipo. I bianconeri non sono marziani, come ritiene Mazzarri, ma sono al momento più forti dei loro avversari. Non hanno il top bomber, Cavani, ma presentano un organico più completo rispetto a Napoli o Milan: questo ha fatto la differenza. Il miglioramento complessivo della rosa è ciò a cui deve tendere De Laurentiis, a patto che Mazzarri – o chi guiderà la squadra nella prossima stagione – attinga a tutte le risorse a disposizione e non soltanto a un limitato numero di uomini. Behrami, prima di affrontare l’Inter, si è lasciato andare a una suggestione: “La festa scudetto a Torino è niente rispetto a quello che si vedrebbe a Napoli”. La sfida per lo scudetto 2014 è già cominciata. Con Cavani o senza, De Laurentiis assicura un progetto competitivo, in grado di soddisfare le legittime aspirazioni dei tifosi e della società che deve compiere l’ultimo grande passo.
Nella scia del Napoli sono rifiorite altre due storiche piazze calcistiche della Campania. Tre settimane fa la promozione della Salernitana targata Lotito in Prima divisione; ieri il ritorno dell’Avellino in serie B. I playoff di Prima divisione potrebbero sorridere alla Nocerina e va sottolineato il salto dell’Ischia tra i professionisti. È un segnale importante da una terra che sta progressivamente rilanciandosi nel calcio. Non ci sono strutture adeguate, però ci sono la competenza delle società e la passione delle tifoserie a riaccendere il progetto per una Campania sempre più grande. Si sta riproponendo lo scenario degli anni Ottanta, quando alle spalle del Napoli di Maradona rifiorì la regione.
Fonte: Francesco De Luca per Il Mattino