10 maggio 1987: una data indelebile. Non un giorno di primavera qualunque, non un semplice numero sul calendario come tutti gli altri. I partenopei lo sanno bene, e il 10 maggio 1987 non lo dimenticheranno mai. Chiunque ama la maglia azzurra stamattina si è svegliato con un brivido, con un sorriso al cuore che ti emoziona e ti fa venir giù lacrime di gioia pensando all’anniversario, precisamente il 26°, di quella notte magica in cui il Napoli festeggiava il suo primo scudetto. Un sogno, ma divenuto poi realtà. Fortunati coloro che c’erano e hanno potuto essere protagonisti di tutto ciò, festeggiare al San Paolo con oltre 90.000 tifosi uniti in un solo battito, in un unico volto, con un medesimo immenso sorriso e condividendo anche le stesse lacrime che da sole comunicavano la gioia e l’orgoglio, ma anche la sofferenza per aver amato con tutte le forze, fino all’ultimo respiro una squadra, non una delle tante, non perché il suo nome fosse legato a vittorie, ma semplicemente perché era il Napoli.
Era la penultima giornata di campionato, il San Paolo ospitava la Fiorentina. Al 29′ Carnevale segnò il gol dell’1-0, facendo trepidare e impazzire tutti. Dopo 10 minuti esatti, al 39′, arrivò la risposta di Baggio che firmò la sua splendida rete su punizione. Ma poi arrivarono le notizie sperate: i bianconeri pareggiavano a Verona e l’Inter perdeva a Bergamo. Poi il fischio finale. Il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Per la prima volta i partenopei erano campioni d’Italia. E quella azzurra non era solo una vittoria calcistica; i napoletani avevano vinto anche sul campo sociale e morale che più volte i potenti del Nord avevano deriso e umiliato. Era il Napoli di Maradona a vincere. Non era più quel sogno ad occhi aperti che per vedere realizzato i tifosi pregavano giorno e notte. Adesso era tutto vero.
Chi quel giorno non era ancora nato conosce questa storia come se ci fosse stato. I racconti idilliaci e vivi di fratelli maggiori, padri e nonni ci hanno reso partecipi, alimentando in noi l’invidia di non poter essere stati presenti per motivi fisiologici, ma ancor di più la passione e l’orgoglio per una squadra che da quel giorno di strada ne ha fatta, continuando a lottare, facendoci soffrire e poi gioire, spezzandoci il cuore per poi portarci tra le stelle di notti magiche. E i traguardi conquistati con il sudore e la fatica, con la voglia, l’ambizione e la tenacia sono quelli che regalano le gioie più belle. L’importante è stato crederci sempre.
Oggi è 10 maggio 2013. Non si festeggia certo lo scudetto, sperato all’inizio della stagione, ma il Napoli ora è secondo in classifica e ha conquistato la Champions che, soprattutto con le ultime partite, ha dimostrato di meritare, regalandoci un altro sogno, nutrendo la nostra anima azzurra con una nuova emozione, quella che si prova sempre per amore di una squadra; ma che così forte la sa regalare solo il Napoli. Perchè il dolce, senza l’amaro, non è poi così dolce. Forse lo scudetto sarà un sogno che potrà concretizzarsi la prossima stagione, ma per ora va benissimo così. GRAZIE NAPOLI!
MARIA REA
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