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GUIDOLIN NAPOLI | Il made in Italy va e in un Bel Paese in cui il calcio è materia prima, c’è qualità elevata in grande quantità: sopra la panca c’è un interrogativo che campa e andare a scovare tra le “debolezze” di De Laurentiis e Bigon, nell’archivio un po’ segreto dei propri pensieri, diviene esercizio anche mnemonico, ma fondato su indiscrezioni, sugli spifferi che arrivano dall’universo calcio, sulle interpretazioni mica poi cosi libere ma inevitabili.

SONO FRANCO – O meglio, Francesco di nome, Guidolin di cognome: un uomo e anche una garanzia, un aziendalista dentro, un professionista che ha attraversato l’Italia da Nord a Sud, che ha proposto calcio godibile sempre, che in Friuli si è conquistato due qualificazioni ai preliminari di Champions League, che sa modellare le squadre secondo gli uomini a disposizione, che difende a tre o a quattro, che attacca con due punte, con una e mezza, con due e mezza. L’identikit collima. Poi c’è la realtà, il suo desiderio di restare dov’è: “L’ho detto e lo ripeto. a costo di diventare stucchevole: io resto qua. Se l’Udinese vuole”. Il Napoli vorrebbe, in caso di separazione da Mazzarri, affidargli un sogno e attraverso stradine periferiche ha fatto giungere Guidolin quest’ipotesi: se ne parlerà nell’eventualità in cui si debba procedere e nel discorso s’intilervebbe altro: si discuterebbe, chiaramente, di Mehdi Benatia, la prima tentazione per sostituire Campagnaro sul centrodestra, e poi si chiacchiererebbe anche di Luis Murìel, colombiano che ha il gol nel Dna e margini di sviluppo ancora da cogliere.

VADO AL MAX – Le ambizioni restano e il profilo d’un allenatore al quale consegnarle dev’essere rilevante: c’è Guidolin ma c’è anche Massimiliano Allegri  che rappresenta la figura rassicurante per De Laurentiis e Bigon, che ha uno scudetto in bacheca e ha attraversato la Champions da dentro. Poi ci sono i se e i ma e c’è ancora il campionato da ossequiare, il terzo posto da raggiungere con il Milan e soprattutto un rapporto da verificare con la proprietà: le continue manifestazioni di pubblica stima arrivate dai calciatori hanno semplicemente rafforzato alcune valutazioni di De Laurentiis, che sul conte Max nutre non solo simpatia. Il primo contatto diretto – di due mesi fa – a bordo di una nave è servito per approfondire la conoscenza diretta di un allenatore al quale vengono riconosciute non solo le competenze ma anche uno stile di comportamento, una sobrietà e un’ironia.

Fonte: Corriere dello Sport

 

 

 

 

 

Articolo modificato 14 Mag 2013 - 09:41

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Scritto da
redazione