De Laurentiis non ha voluto sentir ragione chiedendo al tecnico di fiducia della società, il toscano Galardini, di scegliere il materiale più avanzato possibile e di usare tecnologie moderne per la composizione e la posa in opera del drenaggio. Un mese e mezzo di lavoro, tanto hanno previsto i responsabili della ditta Marrone, la stessa che cura i campi di Castel Volturno, per completare il tutto. Per il Napoli si tratta di un intervento indispensabile e prioritario. E che riguarda prettamente l’aspetto tecnico della questione stadio. Soprattutto in Champions, un buon manto erboso rappresenta una sorta di biglietto da visita per il club.
L’ASPETTO STRUTTURALE – Anche l’aspetto strutturale dello stadio San Paolo riveste un’importanza primaria. L’Uefa, infatti, ha prescritto dei lavori da ultimare entro il 30 giugno. Pena, la mancata licenza per giocare le gare di Champions a Fuorigrotta. Ed il Napoli si e già cautelato indicando lo stadio di Palermo come campo di riserva. Ma regna ottimismo da parte dei dirigenti partenopei, nonostante la poca collaborazione da parte del Comune che e proprietario dell’impianto ed a cui sarebbe toccato intervenire. Entro il trenta giugno gran parte delle prescrizioni dovrebbero essere ottemperate. Le tre ditte che si sono aggiudicate l’appalto stanno già procedento con gli interventi. Il Calcio Napoli si e sostituito al Comune nell’anticipare la cifra necessaria, un milione e trecentomila euro circa, altrimenti i lavori non sarebbero potuto iniziare. Verrà poi stornata all’atto della transazione definitiva tra Napoli e Comune per l’uso dell’impianto. Gli ispettori dell’Uefa hanno riscontrato diverse anomalie nell’impianto di Fuorigrotta: dallo stato degli intonaci in molti setttori dello stadio, a quello dei servizi igienici, alle norme di sicurezza ed all’impianto di illuminazione che e datato 1990 e non raggiunge più i lumen indispensabili.
SCARSA SINERGIA – Nonostante le dichiarazioni di facciata, il Napoli, per quanto riguarda la vicenda-stadio, sta riscontrando non pochi ostacoli da parte dei funzionari di Palazzo San Giacomo. Persino per l’aggiornamento del server che regola le identificazioni ai tornelli mancano i fondi al Comune per intervenire. Per De Laurentiis, il San Paolo e diventato una sorta di palla di piombo ai piedi per far decollare il suo progetto. Ne si intravede una via di uscita. Il Comune non vuole aprire un confronto concreto con il Calcio Napoli per l’uso dell’impianto e già si prevedono scintille quando tra un anno ci sarà da rinnovare la convenzione.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 14 Mag 2013 - 12:19