MAZZARRI ROMA – Il carosello pirotecnico andato in scena prima dell’ultima gara della stagione al San Paolo, disputatasi domenica scorsa contro il Siena, è stato anticipato dal discorso del presidente Aurelio De Laurentiis, redatto per congratularsi con gli artefici tecnici e emotivi di una splendida stagione ormai alle battute finali. Parole al miele, che però hanno lasciato trapelare un imminente distacco da colui che, più di ogni altro elemento, è riuscito nell’ardua impresa di dare un marchio indelebile alla storia recente del calcio partenopeo. Risultati continui, mai frutto dell’improvvisazione, conseguiti in nome della progettualità tanto cara alla dirigenza azzurra: un valore societario condivisibile, ma che molto probabilmente allontanerà dalla panchina del Napoli Walter Mazzarri, proiettato mente e corpo verso altre destinazioni che gli possano garantire un margine di competizione concreto alle condizioni che lui ritiene opportune.
Quello che va delineandosi, quindi, è un epilogo insolito in cui l’incertezza prende il sopravvento sulle meravigliose statistiche fornite, a suon di prestazioni esaltanti, dalla compagine azzurra, e che passa lungo l’attesa dell’atto conclusivo in quel di Roma, tra le mura amiche della Roma, in cima alla lista delle pretendenti disposte ad acquisire le qualità dell’allenatore di San Vincenzo. Dopo i fallimenti del presente, la dirigenza giallorossa vuole puntare su un tecnico alla perenne ricerca di nuovi stimoli, offrendo carta bianca (soprattutto a livello economico) al fine di gettare le basi per un possibile ciclo vincente. I primi contatti, sia con il diretto interessato che con il fidato staff medico, ci sono stati, ma ogni riserva verrà sciolta solo ed esclusivamente dopo il posticipo dell’Olimpico in programma domenica prossima, rendendo così una gara fine a se stessa, e priva di alcune pedine di spicco, l’anticamera di una svolta che, di sicuro, non lascerà indifferenti.
Per quanto riguarda la sponda Napoli, invece, gli interrogativi sembrano moltiplicarsi col passare delle ore, poiché oltre al discorso legato alla riconferma di Mazzarri c’è anche quello inerente la permanenza di un bomber prolifico come Edinson Cavani. Due anormali zone d’ombra sulle aspettative di una piazza che mal digerirebbe la partenza di uno dei due (figurarsi entrambi) in vista di un anno che verrà ricco di appuntamenti teoricamente da non fallire, in primis la lotta scudetto. La società partenopea si sta tutelando in tal senso appuntando sul proprio taccuino i nomi dei probabili sostituti, ma è fuori discussione la volontà di trattenere, almeno nelle intenzioni, due colonne portanti della striscia di successi inaugurata qualche stagione. Una cosa, purtroppo, è certa: quando giungerà il momento delle rivelazioni, gran parte delle ragioni dietro determinate scelte sarà prevalentemente legata ad una questione di soldi. E, a quel punto, diventerà difficoltoso estrapolare un concetto univoco e trasversale di convenienza, sportiva e professionale, che faccia sorridere tutti.
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