Questa è la frase che meglio rispecchia quel sentimento di appartenenza misto a servilismo incondizionato verso il calcio che infervora l’anima di Antonella Morra, difensore centrale del Napoli Carpisa Yamamay.
Possente, imperiosa, imponente, autoritaria, caparbia, austera, attenta, magistrale, impeccabile nelle chiusure, abile ed arcigna nell’anticipo così come nel colpo di testa.
Salta più in alto di tutte Antonella, sradica il pallone dai piedi delle avversarie, capace di ergersi con leggiadra, ma veemente autorevolezza a baluardo difensivo, perno inamovibile radicato nel cuore dell’area azzurra che difende con instancabile e stregua tenacia.
Quando l’occasione è ghiotta il suo prorompente colpo di testa, però, si trasforma da scudo in spada, e lei da difensore ad attaccante, svettando nel cuore dell’area antagonista, alla ricerca di un gol, utile alla causa della squadra, ma anche a fungere da “ciliegina sulla torta” adagiata sulla consueta, ma mai scontata, encomiabile prestazione della quale Antonella ha saputo rendersi autrice, suggellandola, evidenziandola, proiettandola verso la perfezione.
Perché hai scelto di lasciare la Torres per giocare con il Napoli?
“Alla fine dello scorso Campionato, non avevo raggiunto l’accordo economico con la Torres ed il Napoli si è fatto avanti, parlando con Mister Marino e soprattutto venendo a conoscenza del progetto che questa società si ripropone di perseguire, ho deciso di venire a giocare qui, anche e soprattutto per ricercare un riscatto personale utile a dimostrare che la stagione dalla quale ero reduce con la Torres è stata solo un’annata travagliata. Poi, essendo pugliese, mi sono avvicinata anche a casa. Era la soluzione più giusta.”
Come giudichi il Campionato appena terminato?
“Abbiamo disputato un ottimo Campionato. Tutte le squadre, in partenza, ci percepivano come una compagine non competitiva per la Serie A, le abbiamo costrette a ricredersi. Il quinto posto lo abbiamo strameritato.”
Qual è il tuo ricordo più emozionante relativo a quest’ultimo Campionato?
“La partita che abbiamo disputato in casa contro la Torres. Abbiamo dato l’anima rischiando di vincere, così come abbiamo fatto nelle altre gare disputate al Collana contro le big del campionato di massima serie femminile, è stata una grande emozione giocare ad armi pari contro di loro.”
Cosa fai quando non giochi a calcio?
“Leggo, ascolto musica, vado in bici, quando è possibile e visito Napoli!”
Che rapporto hai con Napoli?
“Napoli è la mia seconda casa, mi sono sentita a mio agio fin da subito e grazie alle mie compagne mi sono integrata immediatamente nello spogliatoio. I napoletani sono come i pugliesi: chiacchieroni e affascinanti, ma, a differenza dei miei conterranei, sono anche un pò invadenti, ma nel senso positivo del termine.”
Avrai avuto modo di vedere i festeggiamenti per la conquista del secondo posto da parte del Napoli che hanno avuto luogo al San Paolo domenica scorsa: cosa hai provato nel vedere quelle immagini, in veste di giocatrice del Napoli?
“Penso che il sogno più grande per una calciatrice del Napoli, non solo napoletana, ma anche per una pugliese che gioca nel Napoli, è giocare al San Paolo e disporre del supporto dei tifosi che ha il Napoli maschile.”
Pochi fronzoli e riverenze in campo, poche chiacchiere e convenevoli fuori dal campo.
Calciatrice e donna completa, decisa, risoluta, determinata, pratica e pragmatica, poco loquace, ma con una passione per il calcio assai logorroica.
Questo è Antonella Morra.
Questa è Antonella Morra.
Cosa vuoi dire agli appassionati di calcio che ancora non vi seguono?
“Rispetto al calcio maschile, noi calciatrici pratichiamo questo sport con maggiore passione, diamo sempre l’anima in campo. Il prossimo anno, speriamo di poter contare un maggiore seguito e non di essere discriminate solo perché siamo donne. Mi auguro, ci auguriamo, che portare a casa la Coppa Italia possa servire proprio a portare più gente sugli spalti del Collana l’anno prossimo.”
Luciana Esposito
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Articolo modificato 17 Mag 2013 - 13:06