Roma Napoli \ Oggi sembra un’utopia. Ma ieri era una realtà. Napoli e Roma s’amavano un tempo, si faceva festa durante il “derby del sole” ci si scambiavano bandiere, sciarpe e vessilli di ogni genere, ci si organizzava in curva per vedere la partita insieme, si festeggiava al gol della propria squadra senza preoccuparsi che il vicino di posto avesse la sciarpa con i colori della squadra avversaria. E poi rispetto reciproco, affetto incondizionato dettato non solo dalla vicinanza, ma anche da una somiglianza di stili di vita, di modi di vivere il calcio nella vita di tutti i giorni, passione infinita verso i propri colori e amore per quella maglia, al di là dei calciatori di turno. Un peccato, davvero un peccato che proprio un calciatore abbia rovinato un gemellaggio che invidiavano tutti, una unione sportiva che sarebbe potuta andare al di là dei concetti puramente calcistici, ma che sfortunatamente un gesto sconsiderato sia stato la scintilla per capovolgere un rapporto.
Ma andiamo ai fatti, era il 25 Ottobre del 1987, il Napoli va a Roma con la solita carovana di tifosi al seguito, soliti riti ad inizio gara con il passaggio sotto le rispettive curve di tifosi con bandiere dei colori avversari, applausi d’approvazione e tutto sembrava filare liscio, La partita vedeva i giallorossi in vantaggio con una rete di Pruzzo ed il Napoli soffrire tremendamente, con la squadra in nove per le espulsioni di Careca e Renica. A pochi minuti dal termine un angolo di Maradona frutta una parabola arcuata che Francini sfrutta al meglio. Pari insperato, euforia sconfinata e sconsiderata, visto che Salvatore Bagni si diresse verso la curva sud per mostrare fiero il gesto dell’ombrello. Fu il principio della fine, cominciarono cori, minacce, insulti. Il tutto si spostò al di fuori dello stadio, con incidenti, fermi, arresti, sassaiole fino agli imbocchi autostradali ed anche oltre.
Da quel giorno la storia è andata man mano peggiorando, fino ad arrivare alla gara del 2001 che vide i tifosi giallorossi “ingabbiati” al San Paolo nel settore ospiti, provocati dai tifosi partenopei con le solite scene che mai avremmo voluto vedere. Addirittura una gara di coppa Italia del 2005 si trasformò in una battaglia cittadina, dove anche il commissariato del San Paolo fu assalito, nel tentativo di liberare i “compatrioti“ ultras che erano stati fermati. Uno scempio, uno spettacolo indecoroso agli occhi di una nazione che ha assorbito il messaggio ed ha successivamente cominciato ad etichettare con estrema semplicità orde di tifosi che magari non hanno nulla a che fare con i violenti di cui sopra, solo perché appartenenti a due delle tifoserie definite “più violente d’Italia” grazie anche a quella maledetta domenica. Nonostante le scuse di Bagni, da allora resiste con estrema forza un’odio che oggi fa riflettere e preoccupare anche quando si tratta di giocare una gara di fine campionato. Stasera andranno a Roma un migliaio di tifosi azzurri, ci piacerebbe vedere soltanto un maestoso e rumoroso spettacolo azzurro e nulla più. Basta essere stupidi, basta provocazioni, che sia di nuovo il “Derby del sole” anche quando si gioca di sera.