MAURIZIO DE GIOVANNI | Ultimo giorno di scuola. L’ultimo giorno di scuola, si sa, non conta nulla. I bocciati sanno già di esserlo, e sono ormai rassegnati. Non dicono una parola di più. I rimandati invece sono già proiettati all’esame che dovranno fare per restare nella stessa categoria, mentre i promossi si godono la prospettiva di un nuovo anno con una nuova sfida da vincere. L’ultimo giorno di scuola, però, ha dentro anche tanta malinconia; soprattutto se è la fine di un ciclo, ed è l’anno in cui il maestro, o il professore di riferimento, quello che ha dato la sua faccia e la sua voce a tutta la classe, ha deciso di andarsene.
Mazzarri lascia il progetto; lo lascia avendo dato tanto, e si farà ricordare per molto tempo. La sua squadra ha fatto un mare di gol, togliendosi proprio nell’ultima stagione lo sfizio di avere il migliore attacco del campionato e il capocannoniere, il record di punti e il record di vittorie. Lascia il Napoli in Champions League, senza dover giocare i preliminari. Lascia il Napoli con un’intelaiatura sperimentata e forte, avendo rigenerato uomini chiave. Lascia il Napoli con una nuova consapevolezza, e una nuova autorevolezza, che gli consentiranno di guardare negli occhi qualsiasi avversario, per famoso e forte che sia.
Ma lo lascia senza aver completato un progetto. Lo lascia senza aver vinto nulla se non una coppa Italia, e senza essersi mai davvero battuto per lo scudetto. Lo lascia nonostante un’offerta economica senza uguali nella storia azzurra, e senza spiegare davvero le motivazioni. Per questo sarà ricordato, certamente, ma non diventerà un tatuaggio indelebile sul cuore dei tifosi azzurri che si sentono all’altezza di un sogno tricolore e che, inevitabilmente, oggi, all’indomani di una cavalcata senza dubbi eccezionale, si sentono abbandonati dall’autista proprio all’ultima curva.
Si chiedono oggi i tifosi, quando ormai i titoli di coda della stagione sono passati sullo schermo, cosa resti del progetto quinquennale senza l’allenatore. Si chiedono i tifosi del destino dei pretoriani del tecnico di San Vincenzo, con Campagnaro già partito alla volta di Milano, con Zuniga che punta i piedi per un rinnovo contrattuale pari al doppio dell’attuale livello di emolumenti, con Maggio e Pandev e Gamberini sempre protetti e coccolati anche quando sono stati impresentabili per stato di forma. Si chiedono i tifosi cosa accadrà degli obiettivi di mercato indotti da Mazzarri e ormai in via di realizzazione, Nainggolan, Osvaldo, Ogbonna, e dell’eventuale collocazione di questi nello schema di gioco di un altro tecnico, posto che l’omologo Guidolin pare non volerne sapere del golfo. Si chiedono i tifosi soprattutto di cosa farà il Matador, già attirato dalle sirene di squadroni titolatissimi e da un pallone d’oro del quale si sente più che degno, quando si renderà conto che un allenatore col quale era in perfetta sintonia ha deciso di abbandonare la nave senza che essa sembri sul punto di affondare.
E più di tutto si chiedono i tifosi: perché Mazzarri ha deciso di abbandonarla, la nave? Se non si tratta di soldi, né di motivazioni, né di contrasti non ripianabili con dirigenti, per quale motivo vuole andar via? E i tifosi si augurano con tutto il cuore che non sia perché la società non crede nel progetto tricolore abbastanza da mettergli a disposizione i calciatori che servono. Perché se fosse così, con Mazzarri se ne andrebbe anche la speranza di poter mettere finalmente la ciliegina sulla torta di un processo arrivato quasi a conclusione.
Mazzarri va via, è vero: ma il Napoli rimane. E il Napoli è forte, comunque sia andato il sonnacchioso ultimo giorno di scuola; e manca davvero poco per realizzare il sogno. L’allenatore può anche partire, insomma, ma il sogno da realizzare resta. Lo sappia il presidente, lo sappiano i giocatori che decideranno di restare, lo sappiano quelli che arriveranno. I tifosi lo sanno già.
Fonte: Maurizio De Giovanni per Il Mattino