Era già previsto, prima o poi doveva accadere. Mazzarri ed il Napoli si sono ufficialmente separati, ma già dalla partita con Bologna il tecnico toscano aveva messo la parola fine sul suo sodalizio con il team del presidente De Laurentiis che, ad onor del vero, ha provato a convincerlo fino alla fine.
Ma la realtà, come quasi sempre accade, supera la fantasia e questo clima di sospensione si è riversato improvvisamente in campo dando vita ad una scialba prestazione , una partita “stile balneare” per citare la canzone, con conseguente spettacolo da fine stagione per il dolore dei tifosi che in ogni occasione vogliono vincere. Specie se questo avversario si chiama Roma.
Il match, in breve, ha senso solo per la Roma, che disputa una gara gagliarda trascinata dal prode Marquinho (brasiliano, ormai bestia nera degli azzurri, in napoletano potremmo racchiuderlo con il termine “seccia”) e Destro. La squadra giallorossa passa contro un Napoli che appare molle, impreciso e troppo prevedibile. Fin troppo facile ipotizzare che le numerose voci sul futuro dei migliori uomini abbiano avuto il loro peso specifico in questa disfatta. Una girandola di nomi ed ipotesi che manco il KGB negli anni della guerra fredda se da un lato hanno alimentato il gossip pallonaro dando lavoro alla stampa, dall’altra non hanno fatto bene all’ambiente. E il tutto, ahimè, è destinato a continuare, il toto-calciatori ci accompagnerà fino al 31 agosto.
Il finale della storia ricorda un “cinepanettone”, tanto scontato da voler cambiare canale, con la consapevolezza che tutto poteva essere gestito in maniera più rispettosa per i tifosi che, fino all’ultimo, hanno sperato invano.
Chi vi scrive non è mai stato un fan di Mazzarri, pur riconoscendogli meriti di grande motivatore ed organizzatore di gioco. Tuttavia la notizia ha rattristato anche me, non fosse altro per la paura di lasciare “la via vecchia per la nuova” (antico detto napoletano).
Ed il futuro dovrebbe avere, almeno di clamorosi colpi gobbi, l’iberico viso di Rafa Benitez, allenatore a me più congeniale, simpatico quanto basta e vincente a livello internazionale. Il mister nonostante sia fresco vincitore di Europa League con il Chelsea ha gran voglia di dimostrare il suo valore anche in Italia dove, grazie all’Inter del dopo-Mourinho, non ha lasciato uno splendido ricordo.
Si riparte quindi a velocità supersonica, col presidente De Laurentiis che da quando ha scoperto la tecnologia con l’uso di Twitter sta bombardando i tifosi con cinguettii di ogni genere e con la certezza che il futuro è solido, la società economicamente sana ed abbiamo il calciatore più ambito d’Europa.
Ed è trattenendo Cavani, se possibile, e su Hamsik che bisogna edificare il domani azzurro. L’uruguagio nonostante abbia smarrito la fede “per le strade mercenarie del sesso che procurano fantastiche illusioni” con la novella fidanzata casertana, ha messo a segno la ventinovesima marcatura della stagione e potrebbe diventare ancora di più l’uomo-simbolo del nuovo Napoli.
Napoli, come ho scritto nell’ultimo editoriale, dev’essere una scelta d’amore. E’ una madre passionale ed attenta. Ti dà l’anima e forse un pò ti opprime. Ma la si deve amare visceralmente, senza ma e senza se. Altrimenti è meglio andare via e lasciare a chi sa ricambiare cotanto amore.
ECCO LA CANZONE DA ACCOMPAGNARE A QUESTA LETTURA