Cinque reti in 37 presenze. E’ questo lo score di Lorenzo Insigne al termine della sua prima stagione in serie A. Una buona stagione, senz’altro. Non sempre dal primo minuto, ha dovuto più volte dividere una maglia da titolare con il compagno di squadra Goran Pandev, ma è sceso in campo quasi in ogni occasione.
Tutto sommato buona anche la sua gestione da parte di Mazzarri, che è riuscito nell’intento di farlo sentire importante, senza fargli perdere la testa. Carota e bastone per lo scugnizzo di Frattamaggiore, che soprattutto nella prima parte del campionato, ha avuto dal mister toscano il fiato sul collo, ogni qual volta sbagliava un tocco.
A penalizzare un po’ l’ex Pescara è stato però il modulo: prima 3-5-1-1, poi 3-4-1-2 e ancora 3-5-2. Tutte varianti che non prevedono attaccanti esterni. Lorenzinho si è dovuto spesso adattare in un ruolo non suo, in una posizione più centrale e in qualche occasione (come a Cagliari) da vera e propria punta. Di certo questo cambio di gioco l’ha reso un calciatore più completo e duttile, capace di adeguarsi a ruoli meno consoni alle sue caratteristiche. Però talvolta, specie in qualche occasione dove gli spazi centrali erano troppo stretti, ha faticato. Nelle partite in cui il Napoli si è schierato a trazione anteriore per recuperare il risultato, impiegato largo a sinistra in un centrocampo offensivo a quattro, con il supporto e la spinta costante di Zuniga (o Armero) è sembrato più a suo agio.
Proprio per questo la prossima potrebbe essere la sua stagione. Quella della consacrazione. Infatti con l’arrivo imminente di Benitez, il Napoli cambierà faccia. Niente più difesa a tre, un dogma da quando gli azzurri sono in serie A. Né tantomeno due punte schierate in verticale con Hamsik a sostegno. Il tecnico spagnolo ama giocare con il 4-2-3-1, con esterni d’attacco molto larghi. Una variante tattica del 4-4-2 che prevede tre giocatori di grande qualità dietro un unico finalizzatore. Insigne in questo modo, troverebbe spazio tra i tre largo a sinistra: il suo ideale. Proprio con Zeman per due anni consecutivi era stato impiegato da ala sinistra disputando due ottime stagioni.
Inoltre l’ex allenatore del Liverpool, è noto per saper valorizzare giovani. Quelli forti, i talenti. Proprio come Lorenzo Insigne, che potrebbe esplodere. Esplodere, per poi chissà giocarsi un posto in azzurro per i mondiali 2014…
Andrea Gagliotti
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