Marek Hamsik: 11 reti, 14 assist, testa e piedi da fenomeno, il simbolo del nuovo Napoli

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Non ci sarà crisi del settimo anno, proprio no. «Amo la squadra e la città. Da qui non mi muovo. Sono convinto che possiamo arrivare ancora più in alto», ha dichiarato ad inizio settimana. Lo slovacco voleva tranquillizzare i tifosi; far sapere che lui crede ciecamente nel progetto: comunicare al mondo intero che il Napoli è maturo per vincere qualcosa di importante. Forse non ce n’era bisogno. I tifosi partenopei l’hanno eletto a loro beniamino da un bel po’. E la notizia che Hamsik si fosse presentato a Castelvolturno per allenarsi con i ragazzi della Primavera ha sorpreso fino ad un certo punto. Non è la prima volta che lo slovacco si presenti al centro tecnico quando non sono previste sedute di allenamento e si alleni per conto proprio, in palestra o sul campo.  «So di essere un idolo per tanti ragazzi ed è una cosa che ovviamente mi fa piacere. Ma io vorrei essere un esempio da seguire in campo e fuori. Anche se so che alle mamme non piace che i bambini portino la cresta ai capelli come la porto io». Se Paolo Cannavaro rappresenta l’espressione della napoletanità all’interno dello spogliatoio, Hamsik, invece, raffigura il simbolo di un progetto tecnico cresciuto anno dopo anno. Lo slovacco è un campione anche nei comportamenti: mai un atteggiamento sopra le righe, sempre disponibile con gli altri, attento e rigoroso nel cura del proprio fisico. Un campione infinito.

Viene etichettato come centrocampista offensivo ma Hamsik va al bersaglio quanto un attaccante, se non di più. Sempre in doppia cifra nei sei campionati disputati con la maglia del Napoli tra campionato e coppe. Settanta gol in sei anni. Ma lo slovacco viene considerato anche il re degli assist. Quest’anno, infatti, si è aggiudicato la speciale graduatoria con quattordici assist decisivi, precedendo Totti (12) e Borja Valero (11). Quattordici palle-gol servite ai compagni, oltre ai bersagli centrati in tutte le maniere. Numeri da campione autentico. Un fuoriclasse del calcio. Hamsik ha il fiuto del gol nel suo Dna. Segnava gol a raffica fin da bambino. E nel Brescia arrivò in doppia cifra già nel 2007, in Serie B. Nel Napoli è maturato, fino a diventare il trascinatore anche della sua nazionale. Ha il contratto in scadenza 2016 e la sua quotazione è cresciuta in maniera esponenziale. Per il Napoli vale oggi non meno di quaranta milioni di euro.

Gli piace gustare una buona pizza sul lungomare in compagnia della moglie Martina, atleta di handball, ed i piccoli Christian e Lucas Cosi come ama fare shopping per le vie del centro. Marek Hamsik si è integrato alla perfezione in città, nonostante sia rimasto vittima di due episodi di microcriminalità. Ha saputo sempre discernere senza mai generalizzare, tanto meno abbandonarsi in giudizi frettolosi. Ha scelto di vivere a Castelvolturno, solo per essere più vicino ai campi di allenamento e per stare lontano dal caos, ma appena può si concede un salto in centro Hamsik è anti-personaggio per eccellenza. Vorrebbe passare inosservato e girare per via Chiaia come un cittadino qualunque ma non gli è permesso. Eppure non si sente soffocato dal calore dei tifosi che gli chiedono autografi; non si abbandona mai a gesti di impazienza. Va sempre ad esultare sotto la curva. E quando in assenza di Cannavaro, ha indossato la fascia di capitano l’ha fatto sempre con orgoglio e spirito di abnegazione. Ha imparato anche il dialetto napoletano nei suoi sette anni di Napoli. Oggi Hamsik non pensa neanche lontanamente di andar via quanto piuttosto regalare ai tifosi qualcosa che resti nella storia del club.

All’inizio, Reja lo impiegava da interno sinistro in un tre-cinque-due. E lui già sbalordiva per la sua capacità di inserirsi in zona-gol e sostituirsi agli attaccanti. Per il friulano era diventato come un figlio adottivo. Al secondo anno ricevette l’Oscar del migliore giovane assegnato dall’Assocalciatori battendo la concorrenza di Giovinco e Balotelli. Ma è stato con Mazzarri che Hamsik ha compiuto il definitivo salto di qualità cimentandosi in più ruoli e consacrandosi calciatore di livello europeo. Ci sono state gare in cui ha agito da centrocampista puro ed altre da seconda punta riuscendo sempre a strappare complimenti sinceri da parte di Mazzarri che spesso ha tenuto a ribadire: «Il vero leader del Napoli é Marek».

FONTE: Il Corriere dello Sport

 

 

 

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