Seguendo questo flusso, aperto a tante conclusioni, il nuovo Napoli che si profila sembra cullare in seno un forte senso british. E non si tratta del freddo grigiore delle lande metropolitane, bensì dei fattori tecnici che hanno consolidato il calcio inglese ai vertici mondiali. A dire il vero, il discorso è molto più ampio, visto che la filosofia in questione tocca positivamente anche aspetti culturali e mediatici. Ma in attesa di una rivoluzione a tutto tondo, la società azzurra si muove all’interno dello scoppiettante calciomercato tendendo l’occhio verso Londra. In particolar modo, sul versante Chelsea.
Esatto, proprio quel Chelsea. L’imprevedibile furia blues che stroncò il glorioso percorso in Champions League del Napoli 2011/12, e che da quel successo trovò le energie giuste (unite ad un’immensa buona sorte) per vincere il trofeo. Per fortuna, il gruppo azzurro ha saputo convertire una tale delusione europea nell’input necessario per disputare una nuova stagione al top, divisa tra il contendere lo scudetto alla Juventus e il ritorno sul prestigioso palcoscenico continentale lungo l’ingresso principale. Se la prima avventura, però, era permeata dal fascino del debutto, e dalle credenziali da outsider, stavolta la competizione va affrontata con il piglio, morale e strutturale, dei migliori club in circolazione. Una dote che soltanto chi ha vissuto e conquistato traguardi importanti può trasmettere agli interpreti in campo.
Ecco perché, dopo il doloroso addio di Mazzarri, la dirigenza partenopea è andata a bussare dalle parti di Stamford Bridge per rilevare le prestazioni di Rafa Benitez, subentrato in corso d’opera a Di Matteo per poi diventare l’autentico protagonista della vittoria blues dell’ultima Europa League. Il suo è un curriculum altisonante, impossibile da non considerare se l’intenzione è quella di costruire un ciclo vincente su ogni fronte. Inoltre, gli stimoli garantiti dalla piazza napoletana potrebbero agevolare il tecnico spagnolo nel prendersi una rivincita nei confronti del calcio italiano, maturata a seguito della parentesi negativa sulla panchina dell’Inter del post-Mourinho. E che, nonostante tutto, gli consentì di arricchire la propria bacheca con altri due trofei: chapeau.
Benitez è soltanto la punta di un iceberg di trattative, presunte o in procinto di concretizzarsi, comprendenti diversi atleti del suolo anglosassone. Da Torres a Dzeko, passando per Vermaelen, la lista appare idonea ad adempiere al rafforzamento massiccio utile per perseguire mete di livello assoluto. D’altronde, fu lo stesso Aurelio De Laurentiis ad affermare, in pubblico, che lui è abituato a vincere, e farà di tutto per continuare a farlo. E nel cinema, così come nello sport, gli Oscar arrivano soprattutto grazie a registi e attori di comprovato spessore.
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Articolo modificato 23 Mag 2013 - 23:39