Il fattore B. In una città scaramantica come Napoli, il fatto che dopo Bianchi e Bigon sieda sulla panchina azzurra Benitez sembra quasi un presagio. Non c’è due senza tre, dicono i tifosi. Il riferimento, naturalmente, è allo scudetto. Parola che, peraltro, nessuno si azzarda a pronunciare sempre in ossequio alla scaramanzia di cui sopra.
Amarcord È incontrovertibile, però, che c’è il fattore Bigon negli ultimi due trofei della storia azzurra: c’era Albertino Bigon in panchina quando il Napoli sollevò la Supercoppa italiana contro la Juve l’1 settembre del 1990, c’era Riccardo Bigon in veste di direttore sportivo il 20 maggio 2012 in occasione del successo in Coppa Italia sempre contro i bianconeri. “Benitez mi piace, il suo curriculum ispira fiducia e chissà che questa iniziale del cognome non porti davvero fortuna – scherza proprio Albertino Bigon –. Il tecnico spagnolo ha un notevole bagaglio di esperienza, mi sembra la persona giusta per guidare il Napoli verso traguardi sempre più ambiziosi”.
Vincente Benitez ha vinto ovunque, dalla Spagna all’Inghilterra passando per l’Italia, eppure c’è chi storce il naso ripensando alla sua esperienza all’Inter ed avanzando qualche perplessità circa la capacità dell’ormai ex allenatore del Chelsea di adattarsi al nostro calcio: “È vero che da queste parti le pressioni sono tante e bisogna avere una spiccata personalità – continua Bigon –, ma non credo che da questo punto di vista si possa criticare uno come Benitez abituato a stare negli spogliatoi più prestigiosi d’Europa sempre a contatto con grandissimi giocatori. Inoltre, lui conosce tante lingue e tatticamente è molto preparato. Dal mio punto di vista, rappresenta una garanzia per il Napoli anche perché dispone del necessario equilibrio, caratteristica che accomunava me e Bianchi”.
Sponsor Albertino Bigon “sponsorizza” dunque la scelta Benitez, esattamente come ha fatto suo figlio caldeggiando il tecnico spagnolo a De Laurentiis. A proposito, per il direttore sportivo del Napoli sta per iniziare una fase importante della carriera, visto che il rapporto con Mazzarri si è definitivamente interrotto: “Riccardo resta a Napoli perché sta portando avanti con De Laurentiis un progetto importantissimo che deve essere solo concretizzato. Logicamente, è sempre difficile vincere. Però, il Napoli ha basi economiche e tecniche molto solide per poter puntare in alto il prossimo anno”.
Cavani Tutto o quasi ruota intorno al futuro di Cavani: “Dovesse andar via, renderebbe più difficile il lavoro di mio figlio – chiosa Albertino Bigon – perché poi bisognerebbe trovare un sostituto all’altezza. Allo stesso modo, arriverebbero in cassa tanti altri soldi e quindi potrebbero aprirsi nuovi scenari per gli acquisti in base a quelle che saranno le disposizioni del nuovo allenatore”. Il cui cognome comincia per B. Come gli scudettati Bianchi e Bigon. Chissà se Rafa Benitez è scaramantico.
Fonte: La Gazzetta dello Sport