Tentazione Prandelli non ha mai nascosto la voglia di tornare a essere un allenatore quotidiano e Napoli è una delle piazze più eccitanti per un tecnico, offriva una sfida intrigante: la prospettiva di rifondare la squadra con i soldi della probabile partenza di Cavani. In questa estate tormentata, arrivano nuovi inquilini sulle panchine piu’ importanti: Inter, Napoli, Roma, Milan… Il bicampione Conte è saldo alla guida della Juve. Il c.t. azzurro avrà considerato che tra un anno, dopo il Mondiale, quando verosimilmente interromperà la sua avventura di c.t. potrebbero passare molti meno tram prestigiosi. Altro elemento di dubbio: per tre anni ha lavorato contro vento, cercando di strappare attenzioni ai club per la sua Nazionale. E pedalare contro vento stanca. Degli stage negati e della chiusura al progetto delle seconde squadre sappiamo. Ultimo episodio: alcuni club hanno chiesto la disponibilità di giocatori impegnati in Confederations per eventuali amichevoli di fine campionato ben remunerate. Richiesta sconfortante per un c.t. che già deve fare acrobazie per ritagliarsi uno spazio minimo di lavoro. Aggiungiamoci certe promesse federali, scoccate nell’euforia del dopo Europeo che non sarebbero arrivate a bersaglio. Frullate il tutto, e avrete il momento di tentazione davanti alla chiamata del Napoli.
La scelta Ma messo sull’altro piatto della bilancia il senso di responsabilità, il discorso si è chiuso. Prandelli chiede alla sua Nazionale di essere d’esempio e quindi sa di essere il primo a doverlo dare. Presidenti e allenatori si riempiono la bocca della parola “progetto”, poi al primo incidente o al primo trionfo sciolgono con disinvoltura gli impegni presi. Il c.t. azzurro si è impegnato per quattro anni con la Federcalcio, con la squadra, con tutti, e vuole portare a termine la parabola del suo lavoro. Un messaggio ai colleghi dal primo allenatore italiano, un esempio. E’ proprio grazie alla paziente educazione di un gioco che abbiamo una Nazionale vice campione d’Europa, candidata da Michel Platini a vincere il prossimo Mondiale. L’Italia è l’unica squadra che abbiamo veramente competitiva a livello internazionale. Ha la qualità e l’intensità di gioco che mancano ai club. Tra Italia e Germania non c’è la distanza che separa la Juve dal Bayern Monaco. Prandelli crede al Mondiale non meno di Platini. Soprattutto per questo ha detto “no, grazie” a De Laurentiis, per non perdersi qualcosa di grosso tra un anno dalle parti di Rio. Sette milioni non sono una buona ragione per rinunciare a un sogno coltivato con tanta cura nel tempo. Vedi il Napoli e poi molli? No, Cesare Prandelli resta. Non avrà altro azzurro all’infuori dell’Italia. “I soldi non bastano a trattenere una donna infedele”, dice De Laurentiis. Neppure a sedurre una fedele, però.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
Articolo modificato 29 Mag 2013 - 11:13