E’ difficile non notare Marek Hamsik su un campo di calcio, non solo per la sua particolare cresta da moicano. Posizionato giusto dietro alle punte, la sua presenza a tutto campo e le sue prestazioni di qualità e quantità fanno del venticinquenne giocatore slovacco uno delle pedine più importanti del Napoli, alla stregua dell’indiscussa icona Edinson Cavani che beneficia costantemente dei cross e degli assist del compagno. FIFA.com ha incontrato per una chiacchierata questo abile trequartista, un termine preso molto sul serio nel calcio italiano e usato per descrivere un regista che opera sulla mediana ma il più vicino possibile all’attacco.
“Avevo solo 19 anni quando sono arrivato qui, nessuno sapeva chi ero ma il Napoli non ha esitato a darmi una possibilità. Per sei stagioni io ed il Napoli siamo cresciuti insieme e possiamo ancora salire ancora più alto. Mi sento a mio agio qui e mi piacerebbe continuare a fare sempre meglio con questa maglia”.
Ogni volta che inizia il calciomercato, Hamsik è costretto a ripetere questo mantra, al fine di rassicurare gli appassionati fan partenopei che sanno dell’interesse di svariati club europei per il mediano. Da quando è stato acquistato dal club napoletano nel 2007, è sempre riuscito a segnare almeno dieci gol a stagione, oltre ai numerosi assist. Quest’anno, ha concluso l’annata come miglior assist man in Serie A, dopo aver servito gol su un piatto d’argento ben dieci volte, così come Zlatan Ibrahimovic (2010/11) e Antonio Cassano (2011/12). Ma quando gli viene chiesto di dirci la sua peculiarità principale, risponde senza esitazione. “Mi piace davvero tanto segnare, guardo sempre la porta e sono costantemente alla ricerca di un varco per accentrarmi tra le linee. Ma soprattutto mi piace quello che faccio, mi diverto molto a giocare”.
Il prossimo Nedved? A pensare che il suo attuale ruolo è un’invenzione del suo ex allenatore Walter Mazzarri. “Qual è la mia posizione ideale in campo? Mi so molto adattare, davvero non ho una preferenza. Posso operare in un attacco a tre o appena dietro le punte, per me va bene tutto”, risponde Hamsik, che Pavel Nedved ha individuato come suo successore naturale. “E’ un lavoro molto simile a quello che faceva Nedved in campo, è vero, e per me è un esempio per come ripiegava a centrocampo riuscendo comunque a segnare dando il massimo anche in attacco. Ma mi piacciono anche altri giocatori come Frank Lampard, Steven Gerrard e Zinedine Zidane” ha detto. “Voglio essere un esempio per tutti i bambini che mi guardano, non solo per ciò che esprimo in campo ma anche per ciò che faccio fuori” continua Hamsik.
Oltre a scegliere i suoi modelli di riferimento con saggezza, il fantasista sa anche trarre ispirazione da loro. Da molti mesi ormai, il suo gioco è stato sempre più vicino a quello dei suoi idoli, ed in campo è molto mobile, attacca, imposta il gioco dei suoi compagni di squadra ed occasionalmente punta singolarmente la porta. Il recente arrivo in panchina a Napoli di Rafael Benitez, un uomo che ha allenato sia Gerrard e Lampard, dovrebbe aiutare Hamsik a crescere tatticamente ancora di più fino a diventare un vero e proprio leader. Come mai allora, che, nonostante il miglior attacco e tra le proprie fila il capocannoniere della serie A, il Napoli ha lasciato lo scudetto alla Juventus? “Abbiamo lasciato per strada punti in partite che avremmo potuto facilmente vincere. Stranamente, la maggior parte dei match sbagliati sono stati in casa come contro Torino, Bologna e Sampdoria. E’ stato davvero allo stadio stadio San Paolo che il nostro sogno scudetto è andato in fumo e siamo davvero molto rammaricati di questo”, ha detto con molto rammarico.
La massima ambizione del giocatore, ora come ora è il Mondiale di Brasile 2014. Lo slovacco infatti, spera di non avere rimpianti anche a livello internazionale, ma ciò dipenderà dalle prestazioni della sua Nazionale nelle imminenti qualificazioni per l’importante competizione. “Per assicurarci la partecipazione della Slovacchia alla prossima Coppa del Mondo, abbiamo bisogno di raccogliere sei punti dalle prossime tre partite”, ha spiegato l’uomo che ha ricevuto la sua prima fascia di capitano in Nazionale nel febbraio del 2007, all’età di 19 anni. Mentre la prima gara contro il Liechtenstein non dovrebbe creare enormi problemi per gli slovacchi, il seguente impegno contro l’imbattuto leader del Gruppo G Bosnia-Erzegovina dovrebbe essere molto di più di un test. “Sarà difficile”, ha ammesso il talento internazionale. “La nostra più grande forza è il numero di giovani talenti in squadra. Ma questa è anche la ragione che fa peccare un po’ di esperienza”.
Sposato e con due bambini piccoli, Hamsik assomiglia a un tranquillo padre di famiglia nonostante l’aspetto anticonformista. “So che sono l’idolo di molti bambini a Napoli e che le loro madri non sono affatto contento del mio taglio di capelli”, ha scherzato, prima di fare una considerazione finale più seria: “Nonostante ciò, voglio essere una persona che tutti i bambini possano guardare come punto di riferimento, non solo in campo ma anche nella vita di tutti i giorni”. Ed è questo tipo di istruzione, così come le sue belle prestazioni in azzurro che hanno fatto di Marek Hamsik un grande idolo per tutti i tifosi del Napoli.
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