Il tipo è molto estroso. Molto, davvero. E il coraggio e la personalità non gli mancano mica. Scena: Camp Nou, secondo atto della semifinale di Champions 2012, discesa sulla destra e scambio con Lampard, Frankie gli scava una galleria geniale e lui s’inventa un cucchiaione da circa quindici metri che s’infila sul secondo palo. Signore e signori è il tipo in questione, il primo nome della lista di Rafa Benitez: Ramires Santos do Nascimento. Per il mondo del calcio semplicemente: Ramires. Sul portatile del tecnico (telematico) spagnolo, tra le pieghe delle geometrie e degli schemi del suo 4-2-3-1, nell’ideale vertice alto a destra della trequarti del prossimo Napoli c’è lui, Ramires. Uno che Rafa conosce perfettamente, avendolo allenato fino all’altro ieri – o giù di lì – al Chelsea. Il brasiliano, 26 anni, una bella gamba e un ottimo campionario di pezzi calcistici, fece anche una bella impressione al popolo azzurro nonostante la tristezza di fondo: negli ottavi della stessa Champions del mega cucchiaio, quando proprio il Napoli di Mazzarri cominciò la scalata al titolo del Chelsea.
Non è uno sconosciuto, insomma, altroché, e di lui non si conoscono soltanto i frammenti dei video delle partite di coppa o della Premier. Ha lasciato anche un ricordo tangibile: amaro, molto amaro, ma concreto. Ventisei anni (compiuti a marzo), dicevam0, e dunque, nel pieno della maturità e della carriera. Giovane e con un palmarès di tutto rispetto: ha conquistato la Champions, l’ultima Europa League e una Coppa d‘Inghilterra con i Blues, a cui è legato da un contratto anche con il Chelsea. Il giocatore è legato da un contratto fino al 2017 e di cui veste la maglia dal 2010; uno scudetto e una Coppa di Lega con i portoghesi del Benfica, il club di provenienza prima di Londra. E ancora: il bronzo di Pechino 2008 e la Confederations Cup con il Brasile dei grandi. Con la Seleçao. Di cui è stato parte integrante, con tanto di copione da protagonista fisso (32 presenze e 3 gol per lui), fino alle ultime convocazioni di Scolari. Protagonista assoluto anche con il Chelsea, il giocatore nato nato a Barra do Pirai, Rio de Janeiro: 69 le partite giocate in questa stagione, di cui 35 in Premier (5 gol e 4 assist); 6 in Champions (1 gol); 8 in Europa League (2 assist); 11 nelle varie coppe inglesi (3 gol e 2 assist); una nel Mondiale per Club, la finale persa con il Corinthians, e poi la finale di Supercoppa Uefa e 7 amichevoli con la Nazionale (1 gol con la Cina).
Infortuni stagionali? Zero. Nessuno. Un portento. Soprattutto perché lui è il deputato alla grande corsa sulla fascia. Partite saltate? Due: per squalifica (somma di ammonizioni). Insomma, è uno forte, davvero forte, e anche affidabile. Fisicamente e caratterialmente. Letto e memorizzato, pare la logica conseguenza della stima che Benitez nutre nei suoi confronti.
Il Napoli ha già parlato più volte con il suo manager, ma è ovvio che le pretese del Chelsea siano elevate: compreso tra i 20 e i 25 milioni di euro almeno, il suo valore, considerando soprattutto che il club di Abramovich lo pagò 18 milioni di sterline. Tra l’altro, bisognerà capire cosa penserà Mourinho, in arrivo sulla panchina del Chelsea proprio al posto di Benitez. La storia è in evoluzione. Nel frattempo, mentre i dirigenti inglesi e i suoi agenti sono pronti a pianificare il futuro, Ramires si gode le vacanze. O meglio, mastica il fiele di queste vacanze che fino a un mesetto fa non avrebbe mai pensato di trascorrere in anticipo: il C.t. brasiliano Scolari, Felipao, l’ha infatti escluso dalla lista dei convocati che disputeranno la Confederations Cup in casa. Notizia clamorosa che sua moglie, Islana Rosa, ha commentato su Instagram così: “E’ un’ingiustizia, è una Seleçao che vive di mafia!“. Focosa la signora.
FONTE: Corriere dello Sport