Questo non è un editoriale ragionato. Lo scrivo alle due di notte, dopo qualche birretta condivisa, tra l’altro, con un amico juventino. E non inorridite! Lo so che tutti voi ne avete almeno uno e gli volete bene lo stesso. E’ un editoriale d’istinto. Di cuore e d’istinto che hanno deciso di scrivere qualcosa. Una donna sensibile che vuole condividere con tutti voi due parole.
Questo editoriale è frutto di riflessioni di getto che poco hanno a che fare col calcio giocato. E quando capirete chi ne sarà il protagonista, capirete pure che, appunto, il calcio giocato c’entra poco o niente.
Voglio dedicare queste due righe a lui, uno che testa bassa e capello bassissimo, ha accettato ogni decisione del mister. Sarebbe stato difficile fare il contrario, onestamente. Uno che, però, adesso si sta riprendendo la sua rivincita. E’ da giorni sulla bocca di tutti, sui profili facebook di tutti i tifosi, sulle bacheche di importanti siti azzurri. Finalmente sta avendo il suo momento di gloria e di popolarità. Tanto da poter affermare di non aver mai visto tante volte il suo faccione girare tra i link e i commenti. E il nuovo allenatore ha sicuramente influito a regalargli una certa notorietà. Insomma. In questi giorni, è inutile negarlo, sulla bocca di tutti noi c’è stato solo lui. Marco Donadel. Lui e Benitez. Protagonisti di tante vignette sbellicanti, che sono destinate, c’è da scommetterci, a moltiplicarsi ancora.
Quest’editoriale vuole essere anche un elogio all’ironia del tifoso napoletano che è riuscito a farci dimenticare le prestazioni indegne dell’Europa League per lasciare il posto a grasse risate che quasi lasciano intravedere un pizzico di dispiacere al pensiero che Marco possa andare via dal Vesuvio per approdare, pare, in quel di Parma. Un incubo che si ripete per loro, un sogno che si avvera per noi. E per Benitez che, a detta delle vignette che girano, non gradisce lo scherzo fattogli dalla società. Non crede al fatto che Donadel sia un vero giocatore, che è quella che a me fa morire di più (“Ja, facit’ e seri! Aro’ fatic’ Doandel?”). Chiede aiuto a Gesù Cristo nel pensare a nomi come quello di Donadel, unito a Calaiò e Rosati; gli intima di avere solo cinque minuti per cambiare mestiere.
E allora, povero il nostro Marco, questo editoriale vuole anche essere un sostegno per questo giocatore che, in effetti, a dirla proprio tutta, ha avuto anche un po’ di sfortuna. Incidenti fisici che l’hanno fermato, un Mazzarri che l’ha sfruttato poco se non nelle partite che neanche lui voleva vincere, una tifoseria che l’ha preso di mira con la categoria di fischi più brutta che possa esistere sugli spalti: “I fischi a prescindere”.
E allora, facciamo i seri tutti, una volta e per tutte. Facciamo i seri e ringraziamo Marco Donadel per la professionalità con cui prendeva in mano quel centrocampo e lo stritolava fino a farlo diventare inesistente. Per la rabbia che ci metteva ogni volta che inseguiva gli avversari appendendosi ai calzini. Per la pazienza che ebbe quella volta che non riusciva a raccogliere il pallone da terra per sistemarlo sul posto di una punizione e caparbiamente ci ha provato una, due, tre, quattro volte. Ma ringraziamo Donadel soprattutto perché anche a noi Parma ci sembra un’ottima scelta. A malincuore, ti lasceremo andare. E non ti preoccupare, consoleremo noi Benitez per la tua scelta coraggiosa di andare via da Napoli. Ti vorremo sempre bene e difficilmente ti dimenticheremo. Senza dubbio alcuno, ti vorremo sempre bene e resterai per molto tempo nei nostri pensieri.
Articolo modificato 31 Mag 2013 - 12:37