No, non può essere tutto qui, specie quando hai in casa l’uomo dei sogni, il calciatore più ambito in questo momento, l’atleta perfetto, per qualcuno l’alieno sceso in terra per insegnare il verbo del gol. Ed allora ripieghiamo quotidiani sportivi e adibiamoli ad utilizzi culinari (ricordate il “cuoppo” per inserirvi la frutta?), chiudiamo pagine web sui più disparati siti di mercato, facciamo scena muta davanti agli annunci delle locali trasmissioni sportive che parlano di nomi come fossero già in campo con la casacca azzurra, dimentichiamoci che esiste un’estate fatta di trattative, tira e molla, telenovelas e acquisti boom. Oggi chiediamo di non comprare, ma anche di non vendere. Ed allora, caro presidente, che lei lo voglia o no, è forse questa la più grande operazione di mercato che lei possa fare adesso, e cioè quella di togliere dal mercato il Matador, un gesto, un segnale, un chiaro intento di dare al buon Rafa il suo primo alibi mancato, lo scettro magico da cui cominciare la lunga schiera delle magie per rinverdire un gruppo di ragazzi in attesa di istruzioni, e di uomini, ovviamente, in grado di costruire l’armata Benitez.
Certo, si, non possiamo ignorare la cifra, ma crede che un sacrificio del genere non possa portare nelle casse azzurre monetine provenienti da altre fonti? Con il Signor Cavani non crede che si possa davvero dire di avere un potenziale d’attacco di prim’ordine? Ed allora, non c’è Torres che tenga, non c’è Dzeko che serva se in casa puoi permetterti il lusso di avere un uomo chiamato Cavani. Ci sarà tempo per non rimpiangere questa vendita, così come ci sarà tempo e modo per poter dire, un giorno, di aver fatto la scelta giusta. Per cui, caro presidente, se ha avuto il buon gusto di concludere l’ingaggio di Benitez, abbia la compiacenza di sforzarsi di non vendere il bomber più ambito in questo momento. Ciò vorrà dire potere, ciò vorrà dire “Io voglio vincere davvero”.
Articolo modificato 1 Giu 2013 - 18:06