METAMORFOSI – Ma non solo. Don Rafael cambia parecchio anche in quanto a nomi e posizioni e un po’ alla volta pure questo frutta. In difesa, ad esempio, Ivanovic non è più terzino destro ma centrale e fa coppia con Cahill perché David Luiz, difensore quando c’era Di Matteo, con lui diventa mediano assieme a Lampard. Sì, David Luiz mediano è una sua invenzione. Forse l’intuizione migliore della sua esperienza londinese. Ma niente male è anche la trasformazione di Ramires da mediano in esterno destro. O come il posto fisso di Mata alle spalle della prima punta. Insomma, ci mette molto del suo, Benitez, nella felice trasformazione della squadra. Ma lui così fa: studia il calciatore che ha a disposizione, magari si convince che può far meglio in una posizione diversa da quella alla quale è abituato e se è così lo chiama e più o meno gli fa questo discorso: “So che hai sempre giocato in questo modo, ma per me devi giocare in quest’altra posizione. Ci stai?”. Beh, anche per ovvie ragioni in pochi gli hanno detto no. Ma anche in pochi, alla fine, non l’hanno ringraziato per il nuovo ruolo.
TERZO IN PREMIER LEAGUE – Insomma, è vero che da Di Matteo a Benitez il modulo non cambia, ma il 4-2-3-1 del nuovo arrivato è tutta un’altra cosa: altri movimenti, altra organizzazione, altra velocità, altro rendimento, altra rappresentazione, altra interpretazione e, ovviamente, altri risultati. Tant’è che dopo 48 partite complessive con una media vittorie del 58,3 per cento, Benitez porta a casa un terzo posto che vuol dire Champions e quella coppa dell’Europa League che mancava nella bacheca degli inglesi. Ma c’è un altro successo al quale forse Benitez tiene più di tutti: l’aver trasformato quantomeno in timidi consensi i sorrisetti ironici, le diffidenze e persino le ingiurie del popolo dei Blues che non gli ha voluto mai bene per quei suoi trascorsi da “diavolo rosso”. E’ a Londra, insomma, che Benitez mette a punto quel modello tattico già sperimentato altrove ma poi messo da parte. E se stavolta va avanti dall’inizio alla fine della sua avventura londinese una ragione c’è. E sta nell’aver finalmente trovato giocatori con le caratteristiche giuste per quell’applicazione. Sarà così pure col Napoli nella prossima stagione? Probabilmente sì. Ma tranquilli: Benitez, infatti, non è di quegli allenatori che all’occorrenza non sanno cambiare idea e disegno.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 4 Giu 2013 - 13:02