Eraldo Pecci vinse lo scudetto con il Torino e fu tra i protagonisti nel Napoli di Maradona che arrivò al terzo posto. Centrocampista dai piedi buoni, di quelli che faceva correre il pallone. “Centrocampisti di qualità ne sono rimasti pochi. Penso a Pirlo e Montolivo, sinceramente faccio fatica a vedere altri. Questi giocatori fanno comodo a tutti”.
Quindi, anche al Napoli di Benitez?
“Senza ombra di dubbio. Un centrocampista alla Xavi, ovviamente volendo indicare il massimo per il ruolo. Un giocatore di quella tipologia, con quelle caratteristiche”.
Tra i sogni c’è Mascherano?
“Un ottimo calciatore, robusto, di grande esperienza che a Barcellona è stato schierato spessissimo da difensore centrale. Però è più un giocatore di quantità che di qualità, non un vero regista, cioè quello che a mio avviso servirebbe al Napoli”.
Perchè?
“Perchè in organico ci sono già Inler e Behrami che rappresentano una sicurezza dal punto di vista dell’intensità agonistica e che hanno dimostrato di poter giocare davanti alla difesa. Secondo me il Napoli farebbe bene a tenere entrambi e anche Dzemaili, l’altro svizzero che però ha caratteristiche diverse”.
E poi il Napoli dove dovrebbe intervenire?
“Chiaramente tutto ruoterà intorno a Cavani, se dovesse partire dovrà arrivare un attaccante importante. In generale dico che servono due-tre colpi importanti per il definitivo salto di qualità”.
Come giudica la scelta di Benitez?
“Il Napoli ha scelto un allenatore di respiro internazionale, di prima fascia. Però ci sarà bisogno di un po’ di tempo di ambientamento, innanzitutto per l’allenatore che dovrà abituarsi e poi per la squadra che troverà metodi diversi dopo gli anni vincenti con Mazzarri”.
Che stagione prevede per il Napoli?
“Molto dipenderà dal mercato anche se è chiaro che il Napoli parte tra le possibili protagoniste. La favorita è come sempre la Juventus, poi vedo ancora il Milan. E l’Inter potrà rilanciarsi con l’arrivo di Mazzarri, anche perchè difficilmente tanti campioni sbagliano due stagioni consecutive”.
E in Champions?
“La Champions è dura anche se tutte le squadre ci tengono a fare bella figura sia per una questione di prestigio che economica. Invece in Europa League le squadre italiane in genere si affidano alle riserve”.
Fonte: Il Mattino