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Il Napoli di Maradona, un viaggio nel ricordo di una stagione magica

Mi è capitato nei mesi scorsi di acquistare e leggere un libro, Il Napoli di Maradona (M. Bellinazzo e G. Garanzini, ed. Mondadori Oscar) , e di fare un salto indietro nel tempo a metà degli anni Ottanta quando mi trovai a festeggiare il primo Scudetto del Napoli senza però comprendere in pieno, da bambino quale ero, la portata di quell’evento e l’unicità di una storia di successo che ha avuto mille diversi attori che hanno lavorato insieme per cogliere quella vittoria. Un libro che è un racconto a lieto fine ricco di emozioni, inediti e storie che nessun tifoso del Napoli dovrebbe perdersi, abbiamo intervistato uno dei due autori per sentire come è nata questa storia, 25 anni dopo.

Marco Bellinazzo, ha scritto questo bellissima opera a quattro mani con Gigi Garanzini, premetto che quando ho letto il libro sono rimasto sorpreso dai tanti inediti che sono svelati, ma da cosa nasce il desiderio di raccontare una storia che probabilmente tutti credono già di conoscere? Si tratta di una storia che ho vissuto in prima persona dalle gradinate della curva B, quando avevo 13 anni mio padre mi regalò l’abbonamento ed io ebbi la fortuna di vivere in prima fila la stagione del primo Scudetto, quindi è una storia che mi porto dentro da sempre. Poi nel corso del tempo ho avuto occasione di incontrare giocatori  protagonisti nel Napoli di quell’epoca d’oro, e ho appreso ricordi e aneddoti molto interessanti, che mi hanno portato a comprendere come in quella squadra, in quella stagione si sia creata una situazione irripetibile.

E poi? Da questa consapevolezza è nato il desiderio di creare qualcosa, non solo dei racconti occasionali, così ho cominciato a scavare negli archivi dei giornali e ho iniziato a incontrare per intervistarli quasi tutti i membri di quella squadra, ho scoperto tante cose non dette e un patrimonio di ricordi personali che ancora non erano stati condivisi con il pubblico. Per me è stato qualcosa di magico raccontare quella fantastica storia da dietro le quinte, per tutti quelli che invece l’avevano vissuta da fuori.

La collaborazione con Gigi Garanzini? Nasce dal fatto che mi aveva sentito raccontare qualcuna di queste storie e che lui si era occupato professionalmente del Napoli in quegli anni ed è stato quasi naturale collaborare per scrivere questo libro.

Posso raccontare un episodio a supporto di quanto detto sul clima che si respirava in quella squadra, ero andato a intervistare Francesco Romano e Nando de Napoli che per ragioni diverse abitano entrambi in Emilia-Romagna, e abbiamo concordato l’appuntamento in un albergo vicino all’uscita autostradale di Bologna. Mentre stavo intervistando Romano è arrivato nella stanza De Napoli che ha abbracciato con grande calore l’ex compagno di squadra, una scena davvero emozionante per me, tanto da dire che mi trovavo di fronte al centrocampo di quel Napoli, ma subito loro scherzando mi hanno corretto ricordandomi che mancava il terzo componente, il più scarso, Salvatore Bagni!

Un libro per celebrare un successo. Ecco, abbiamo pubblicato il libro lo scorso anno, in occasione del 25° anniversario di quello scudetto del 1987, e devo ammettere che mi è dispiaciuto che la società attuale non abbia pensato di onorare il ricordo di quella vittoria con qualche evento, magari invitando gli ex campioni d’Italia allo stadio. E invece non è stato così, il Napoli sembra aver tagliato un po’ i ponti con la sua storia, che non è importante come fatto nostalgico, ma deve essere considerata anzi un valore aggiunto, un valore che deve fungere da traino per sviluppare ed esportare tutto il mondo Napoli in Italia e all’estero. Altrove c’è una grande attenzione per la storia del Club, come occasione per riunire i tifosi, come volano commerciale per iniziative diverse, e anche il Napoli deve assolutamente valorizzare il suo passato, sfruttando il fatto di essere l’unica grande città d’Italia ad avere una sola squadra, come ulteriore mezzo per realizzare il proprio potenziale d’impresa.

Infine un’ultima domanda su un argomento di più stretta attualità tecnica, che ne pensa della scelta del nuovo allenatore? Sono molto contento che l’incarico sia andato a una persona del profilo di Benitez, si tratta di un manager a tutto tondo, che si è formato in Spagna ma poi soprattutto in Inghilterra all’interno di quel modello manageriale che stando alle ultime analisi viaggia verso i 4 miliardi di euro di fatturato complessivo. Benitez è sicuramente un manager che coordina a 360° gli aspetti tecnico-sportivi della società, ma con l’esperienza e la formazione per stimolare la crescita della società su aspetti come la valorizzazione dei giovani e la necessità di strutture adeguate per farli crescere.

Andrea Iovene

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Articolo modificato 11 Giu 2013 - 07:31

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Scritto da
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