L’editoriale di Alessia Bartiromo: “Il fascino degli attaccanti, tra reti e fantasia”

editoriale_alessia_bartiromoNon c’è niente da fare, ho un debole per gli attaccanti. Da sempre ho amato questo ruolo, fin da ragazzina quando a scuola, nonostante fossi in una classe formata da ben trenta coetanee, decidessi di comune accordo con le altre, a giocare a calcio invece che a pallavolo durante l’ora di educazione fisica.

L’ultimo anno del liceo fu proprio all’insegna di queste partitelle, magari cinque contro cinque, per poche elette. Ovviamente eravamo tutte davvero scarsissime ma il divertimento era assicurato. Io ero una punta centrale che ripiegava anche in difesa all’occorrenza, un po’ alla Matador Cavani con il fisico di Lorenzo Insigne, però. Ricordo la gioia dopo i fortunosi gol, la soddisfazione di vincere e di indovinare un buon passaggio, magari copiando in un attimo di follia, l’esultanza dei miei giocatori preferiti. Solo una volta, per spirito di adattamento, mi obbligarono ad andare in porta. Una tragedia. Non avevo intenzione di buttarmi a terra e farmi male quindi già iniziai con poca voglia. “Che spreco” pensavo. Anche perché proprio quel giorno condividevamo la palestra con una terza di tutti maschietti e tra loro decise bene di giocare contro di noi anche un ragazzino che, dopo pochi secondi, scoprimmo essere uno dei migliori talenti del calcio casertano. Un po’ alla Rosati me ne tornai in classe con la coda tra le gambe, sempre più convinta di voler giocare sempre e solo in attacco.

Finì il liceo ed addio sogni di gloria: le mie ginocchia hanno sempre reclamato “pietà” per potermi iscrivere ad una vera scuola di calcio e mi sono limitata quindi a qualche parca apparizione tra amici. Ma inutile negarlo, tutti i miei calciatori preferiti, sin da piccola, sono proprio coloro che hanno il compito di gonfiare la rete. Da Roberto Baggio ad Alex Del Piero (eh si, avete letto bene…), da Zola a Messi, da Ronaldinho allo stesso Cavani fino a Marek Hamsik, Di Natale o persino Giovinco, subisco il loro fascino incondizionatamente. L’incanto del mercato sta tutto proprio nello scorgere i loro nomi accostati al Napoli: i miei occhi si illuminano quando leggo di Mario Gomez nettamente tra i miei preferiti, di Dzeco o persino di Stephan El Shaarawy.

Oggi infatti, mi sono concentrata su quest’ultimo, il “piccolo Faraone” come lo chiama ancor più amichevolmente mia mamma, come me ugualmente incredula nel prendere solo in esame l’ipotesi che possa arrivare sotto l’ombra del Vesuvio. Il rossonero infatti, rientra nella categoria degli attaccanti che più mi piacciono, quelli giovani e pieni di talento tutti genio e fantasia, che esaltano le piazze ed i tifosi. Per non parlare di cosa combinerebbe insieme ad Insigne! Per la serie, quando inizia il campionato? Bando alle ciance, basta un attimo a tornare però con i piedi per terra. “Ahhh ho capito perché ti piace tanto il Faraone, è nu bell uaglione!” borbotta il mio amico Emanuele. “Ma noooo, prima di tutto non è il mio tipo quando poi nel mio cuore c’è posto per una sola cresta, quella di Marekiaro”.

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