“In campo bisogna sempre avere il sorriso, il calcio è la cosa più bella che esista”, ha dichiarato Lorenzo Insigne in un’intervista esclusiva a UEFA.com. Dopo l’esplosiva partenza al Campionato Europeo UEFA contro l’Inghilterra, il numero 10 degli Azzurrini Lorenzo Insigne ha temuto di dover concludere in anticipo la sua esperienza in Israele, ma l’eccellente supporto dello staff medico azzurro e la sua determinazione sono stati decisivi per un suo rientro in campo da protagonista nella semifinale contro l’Olanda. Ad attenderlo ora la finalissima contro la Spagna. Ecco l’intervista integrale:
Non capita a tutti di raggiungere la finale di un Europeo Under 21…cosa si prova?
“E’ un’emozione bellissima, è il frutto di tutti i sacrifici fatti fino ad ora. Arrivare ad una finale Under 21 è un’emozione incredibile. Abbiamo fatto tanto per arrivare fino a qui grazie sia a [Ciro] Ferrara che era prima sulla panchina e ha dato un grosso contributo e a mister [Devis] Mangia, che è stato per noi fondamentale. Ci ha aiutato tanto, soprattutto a formare un grande gruppo perché la forza di questa squadra non è il singolo ma sono tutti e 23 i giocatori. Siamo sempre uniti, chiunque scende in campo aiuta a mantenere sempre grande serenità e concentrazione”.
Differenze tra voi e la Spagna, le due finaliste all’Europeo? “Non credo ci siano particolari differenze, noi siamo un’ottima squadra e anche loro hanno giocatori molto importanti che sono stati in nazionale maggiore. Siamo arrivati fino alla finale e chi è più bravo vincerà”.
Spagna considerata da molti favorita, tu che ne pensi?
“Se qualcuno la considera la squadra favorita a noi non interessa. L’importante è scendere in campo martedì e pensare esclusivamente a noi stessi. Siamo tutti uniti e cercheremo di dare il massimo per vincere”.
Quale loro giocatore ti ha più impressionato?
“Ho visto due partite e penso che Isco sia il giocatore più forte e con una marcia in più rispetto agli altri. Quest’anno ha giocato molto bene in Champions League con il Málaga, ha disputato un grande campionato e ora sta facendo molto bene con la nazionale qui in Israele. Si vede che ha talento”.
Per quanto ti riguarda, una grande partenza contro l’Inghilterra poi l’infortunio…
“Sono partito bene segnando contro l’Inghilterra il gol che ci ha permesso di vincere, poi contro Israele ho subito un forte colpo. Pensavo di essermi rotto qualcosa, talmente era forte il dolore. Dai controlli, fortunatamente, non è emerso nulla di grave. I dottori, i fisioterapisti e tutto lo staff mi hanno dato una grande mano a recuperare. Non pensavo più di scendere in campo, ma fino alla fine mi hanno supportato, mi hanno curato e mi hanno trasmesso serenità. E’ grazie a loro che ho giocato la semifinale”.
Contro l’Olanda era un appuntamento a cui non potevi mancare…
“La voglia di esserci era tanta, era un’occasione importante partecipare ad una semifinale di un Europeo. All’inizio ero abbattuto e non avrei mai creduto di riuscire a rientrare in tempo, ma grazie a loro ce l’ho fatta”.
Che rapporto hai con Devis Mangia?
“Con il mister ho sempre avuto un ottimo rapporto fin dal primo giorno. Ci siamo parlati con chiarezza in ritiro e mi è sembrato fin dal primo istante una persona seria e corretta. E’ un grande allenatore, una brava persona soprattutto nel rapporto con i giocatori, non solo con undici ma con tutti e ventitre. Si fa voler bene e non fa sentire nessuno escluso”.
C’è una frase che il Ct ti ripete più spesso?
“Mi dice sempre ‘gioca come sai perché sei forte e hai talento. Non pensare a nessuno, pensa solo a quello che ti dico e continua così”.
C’è un aspetto su cui vorresti migliorare?
“A volte sale l’adrenalina e inizio ad innervosirmi. Un giocatore di qualità che si innervosisce non riesce più ad essere efficace. Devo cercare di stare più calmo, per esempio quando la squadra va in difficoltà o inizia a non ‘girare’ bene”.
Un tuo pregio?
“Quando ho la palla a volte faccio quello che ho in mente e mi riesce tutto”.
Essere un numero 10 in nazionale, onore e responsabilità?
“I numeri di maglia li abbiamo scelti in base alle presenze, ma quando è stato il momento di consegnare la numero 10, tutta la squadra ha voluto darlo a me. I miei compagni mi danno tanto fiducia e sono molto contento perché prima di esser compagni di squadra siamo tutti amici fuori dal campo. Indossare questa maglia non la vivo come una responsabilità, sono solo contento che abbiano fatto questa scelta e io mi sto impegnando al massimo sul campo per dar loro ragione della loro decisione”.
Di consigli ne avrai ricevuti prima di iniziare questa avventura in Israele?
“Da tante persone. Prima di partire tutta la mia famiglia, mia moglie i miei genitori mi hanno detto ‘vai là, stai sereno, fai vedere quello che sai fare e gioca sempre con il sorriso’. Quando si scende in campo bisogna sempre avere il sorriso, il calcio per me è la cosa più bella che esiste”.
Non senti la pressione prima di sfide importanti, per esempio prima della finale di un Europeo?
“Un po’ di agitazione è normale ci sia prima di partite importanti, però cerco sempre di stare tranquillo, di non pensarci troppo. Se pensi troppo scendi in campo e non riesci a dare il massimo. Io resto tranquillo fino alla fine e, una volta in campo, riesco a mettere in pratica ciò che ho in mente di fare”.
Quanto ti completerà questa esperienza in Israele?
“E’ un tassello in più che ti permette di arrivare fino alla nazionale maggiore. Parlando anche con l’allenatore, eravamo entrambi d’accordo che venire qua e disputare un Europeo U21 fosse importante per la mia crescita. Sono contento di esser qui, siamo arrivati fino alla finale e ce la giocheremo per vincere il trofeo”.
Se doveste alla fine riuscire ad alzare il trofeo…
“Sicuramente sarà un emozione bellissima, non solo per me ma anche per tutti i miei compagni e per lo staff. Spero che andrà bene”.