Allarme San Paolo. A 24 ore dal termine ultime per presentare alla Federcalcio la richiesta di licenza d’uso dello stadio per le gare interne del prossimo campionato, mancano ancora alcuni documenti essenziali. Il Napoli rischia di giocare la serie A 2013-2014 al “Barbera” di Palermo, lo stadio già indicato preliminarmente all’Uefa come impianto alternativo per ospitare le gare di Champions. Entro domani, 20 giugno, il Napoli deve presentare alla Federcalcio l’istanza che normalmente viene inviata entro il 30 aprile. Un mese prima, negli anni passati, il Comune ha sempre spedito al club il certificato di agibilità dell’impianto, documento necessario per richiedere e ottenere l’ok dalla Figc. Stavolta, due mesi e mezzo dopo, del certificato di agibilità non c’è traccia. Dal Napoli filtrano preoccupazione e un certo imbarazzo per il continuo rinvio e per il ritardo accumulato: il club aspetta con ansia la documentazione completa e si affida alle rassicurazioni dell’amministrazione, tuttavia è evidente che la continua incertezza, a 24 ore dal termine ultimo imposto dalla Figc, infastidisce e intralcia non poco il lavoro dei dirigenti. Il Napoli è preoccupato, il Comune invece continua a mostrarsi fiducioso. “Siamo sereni e ottimisti, il Napoli giocherà al San Paolo – ha assicurato anche ieri l’assessore allo sport Pina Tommasielli – La questione è all’attenzione del tavolo tecnico in piedi tra il capo del Gabinetto, la commissione di vigilanza e la Prefettura. Non mi segnalano particolari problemi, ce la faremo”. Sino a ieri sera, tuttavia, presso la sede del club non è arrivato alcun documento.
Il problema riguarda il collaudo statico “ma solo – fanno sapere da Palazzo San Giacomo – dal punto di vista burocratico: è in via di completamento”. Il certificato di agibilità consta di tre punti: il collaudo elettrico, quello anti-incendio, e, appunto, quello statico. I primi due iter sono già stati completati: i collaudi sono infatti stati già effettuati e il Comune ha anche ottenuto il relativo documento cartaceo. Il certificato di collaudo di idoneità statica è invece più complesso perché prevede prelievi e carotaggi della struttura e, successivamente, la relazione su carta dopo la verifica degli esami che sono stati analizzati anche in laboratorio. L’amministrazione, in costante deficit economico, ha affidato la procedura ad ingegneri del Comune allungando fisiologicamente i tempi. Di norma, infatti, i collaudi vengono affidati a ditte esterne che sono molto più rapide nell’esecuzione dei test ma anche, evidentemente, più cari nelle parcelle. L’allarme, a 24 ore, dal termine fissato dalla Figc esiste, anche se c’è il rimedio. Il regolamento prevede per la società azzurra la possibilità, in un secondo momento e ovviamente a certificazione ottenuta, di ricevere una speciale deroga per chiedere alla Figc di tornare a giocare al San Paolo. E su questa ulteriore dilazione di tempo fa affidamento il Comune di Napoli, che proverà a inviare in extremis oggi la documentazione al Napoli in modo da rispettare il termine del 20. Più probabile, allo stato, il ricorso al regime di deroga.
Un altro rischio, ben più importante, è però alle porte: nessuna deroga è infatti prevista dall’Uefa per la concessione della licenza dell’uso del San Paolo. Il sopralluogo di fine maggio, da parte dei delegati, ha dato esito positivo sullo stato dei lavori, ma entro il 30 giugno bisognerà completarli per ottenere la licenza dall’organismo internazionale, che ha bisogno anche del certificato di agibilità per dare l’ok per la Champions al San Paolo. Il Napoli si è fatto carico di anticipare la spesa necessaria, circa 800mila euro, per realizzare i lavori di sistemazione dell’impianto seguendo le prescrizioni ordinate dall’Uefa e seguendo personalmente, con l’ingegner Gennaro Portomeo, lo stato di avanzamento dei lavori.
Fonte: Il Mattino