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“Cavani dacci retta. Facci esultare, vattene in fretta”. Questa non è un’intimidazione, non è una minaccia. E non è neanche l’ingratitudine di un popolo che le grazie le chiede comunque altrove. Questa è semplicemente la conseguenza di un atteggiamento molto ambiguo di un giocatore molto ambiguo rispetto ad un calcio molto ambiguo. Un calcio che ormai non dà più certezze, se non il dio denaro. Ed è la conseguenza verso chi pensa che Napoli sia una rampa di lancio, un’opportunità di crescita e non di vincita. E allora,  sembra giusto che anche i tifosi, per quanto stima e affetto siano stati profusi a dismisura per il Matador prima di adesso, siano stufi di essere la seconda scelta di una prima che, tra l’altro, sembra non arrivare mai.

E mentre Cavani fa avances a destra e a manca, ribadendo, sia chiaro, che adesso pensa solo alla Nazionale e non spendendo una, che sia una, parola per i tifosi azzurri che ormai al bar, in metro, a lavoro, all’edicola e persino in chiesa parlano solo di questo,  gli innamorati del Napoli fanno sapere che i “tira e molla” non piacciono e che a tirare troppo la corda si potrebbe spezzare.

O si è già spezzata?

Tutti ricordiamo il tentativo di andare via di Maradona, vero?!  L’intervista in cui era arrabbiato con il Presidente per non aver mantenuto la promessa di venderlo. E la delusione di tutti coloro che l’avevano adottato  non solo come alieno in campo, ma anche come eroe contro le ingiustizie tra Nord e Sud.  Tutti ricordiamo il fatto che non tornò se non dopo l’inizio campionato, vero? Ben quattro partite. E immagino che tutti ricordiamo il fatto di averle vinte quelle partite senza di lui, tranne un pareggio senza reti, giusto? Tutti ricordiamo anche che quando poi tornò, ed entrò a partita iniziata, contro la Fiorentina, eravamo sotto di 2-0, e lui  sbagliò un rigore. Una partita in cui un altro grande, Codino Baggio, faceva uno dei suoi goal migliori. In casa nostra. Con Maradona in panchina. E quando sbagliò il rigore che poteva accorciare le distanze, forse qualche fischio ci fu, ma quella stessa partita finì 3-2  per noi.

E’ anche vero che per Maradona non ci furono striscioni plateali e prese di posizione così nette. Ma l’abbiamo sempre detto. Nessuno come lui, anche fuori dal campo.  Però, Cavani deve sapere, come devono saperlo tutti, che i napoletani amano Napoli e il Napoli più di qualsiasi giocatore. E se nessuno dovesse voler o poter pagare tutti quei milioni per una sola persona, seppur da trenta goal a campionato, fino ad ora, vuol dire che Cavani deve riconquistarsi il nostro amore.

Come chi accetta di nuovo il proprio fidanzato in casa dopo un tradimento o un tentativo di tradimento. L’amore un po’ si ridimensiona, magari il tradito tratta il traditore anche un po’ male, non riesce a perdonargli nessun altro errore, comincia pure a godersi un po’ di più le altre persone che ha intorno. Si rivaluterebbe, magari, anche tutto il resto della squadra. Il tradito dovrà anche accettare meno attenzioni, essere la seconda scelta, per una volta lui e non noi. Ma se poi il tradito riesce a riconquistare la fiducia con atti eclatanti,  allora potremmo anche ricrederci. Potremmo anche dedicargli qualche attenzione in più, pensare di passare un po’ più di tempo con lui e alla fine, trattarlo un po’ meglio, e magari pian piano tornare innamorati come prima. Anche se, quando qualcosa si rompe, difficile che l’amore possa curare a lungo le ferite.

E allora tutti ricordiamo che l’anno che doveva essere l’anno del tradimento e della vendita del fuoriclasse, divenne l’anno in cui vincemmo il secondo scudetto, vero?! Bene. Se Cavani dovesse alla fine restare, che sia solo per questo.

Articolo modificato 20 Giu 2013 - 21:47

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Scritto da
redazione