Asier Illarramendi classe ’90 nasce a Guipuzcoa, provincia dei Paesi Baschi, e sin da piccolo entra nel vivaio della Real Sociedad. Nel 2010 inizia la sua carriera di centrocampista centrale con sporadiche apparizioni in prima squadra, ed a fine stagione festeggia con i suoi compagni la promozione nella Primera Division. La stagione successiva Illarra si confronta per la prima volta con calciatori di un certo livello, ma vede pochissime volte il campo con solo 3 presenze. Il 2012 è sicuramente l’anno della sua esplosione, nonostante un problema al menisco che lo tiene fermo ai box per buona parte del campionato, Asier conquista a suon di prestazioni un posto fisso nell’11 titolare e s’impone come uno dei migliori centrocampisti centrali di tutta la Primera. La Real Sociedad intanto costruisce una squadra giovanissima ma interessante dove, oltre ad Illarramendi, spiccano i nomi di Inigo Martinez, Ruben Pardo, Griezmann, Vela e Agirretxe, e nella stagione appena conclusa conquista una storica qualificazione alla prossima Champions League piazzandosi al 4° posto dietro Barcellona, Real Madrid ed Atletico.
Illarra è diventato un leader; le sue origini basche lo hanno sicuramente aiutato, ma le prestazioni in campo e la maturità che dimostra di avere, nonostante la giovane età, gli hanno permesso di entrare nel cuore dei tifosi, che a loro volta sognano che il calciatore possa percorrere le orme di Xabi Alonso (cresciuto anche egli nella Real Sociedad). Come caratteristiche Asier calcia facilmente con entrambi i piedi; da grande regista del centrocampo si dedica all’impostazione del gioco, ma non disdegna il ruolo di interditore. Chi ha avuto il piacere di vederlo all’opera nell’Europeo Under21 non ha potuto fare a meno di apprezzare il suo gioco fatto di lanci millimetrici, passaggi filtranti e improvvise accelerazioni. Chiaramente è un altro grande interprete del tiki-taka tanto caro agli spagnoli. E’ stato senza dubbio uno dei migliori giocatori della competizione internazionale, e l’Arsenal sembra disposta a fare follie per portarlo a Londra. Intanto con talenti del genere la Spagna può ben sperare di ottenere tanti altri successi per i prossimi anni, senza rischiare di subire troppo l’inevitabile cambio generazionale.
Articolo modificato 20 Giu 2013 - 13:17