De Laurentiis Cavani – Dov’eravamo rimasti? Il bollettino di giornata (ovviamente) non delude e da Napoli a Rio de Janeiro è un botta e risposta che annuncia un’estate appassionante, un romanzone popolare da sfogliare con cura e senza perdersi una virgola, né un sospiro: il riassunto delle puntate precedenti è superfluo, perché la cronaca (separata da ogni opinione) racconta i fatti e (con ironia) li aggiorna. Si scrive Cavani e però, sia chiaro, va letto come un tormentone, un feuilleton nel quale scivolare per restarci dentro, almeno sino al prossimo capitolo o alla provocazione che può servire per dare un senso compiuto alla propria manovra: “Entro il 20 luglio si svelerà il futuro di Edi, altrimenti gli sfascio la testa….“. Il sorrisino che ammicca è nell’audio di sottofondo che s’ascolta su Radio 1, in una sortita che Aurelio De Laurentiis concede prima di salpare con Rafa Benitez, in un messaggio subliminale (?) da spedire via etere al figliol prodigo “sequestrato” con la mozione d’affetto che ancora ha un valore: “Lui qui è una prima donna, altrove dovrebbe dividere il palcoscenico con altra gente“.
I sessantatré milioni di buoni motivi che indurrebbero (eventualmente) a farsene una ragione sono stati pubblicamente demoliti dal desiderio smodato di starsene incollati al proprio Matador: e mentre il mercato procede e in lontananza non si ha (ancora) percezione di assegni in fase di compilazione, il De Laurentiis seconda parte è ancor più diretto del primo e traccia un limite persino più netto della scadenza fissata per la clausola nel contratto. “E‘ vero che esiste questa data del 10 agosto ma io non penso assolutamente che Cavani vada via quel giorno: confido nell’uomo e se Edi non vuole essere un uomo, allora mi farà questo scherzo. Ma io so per certo, sono sicuro, che Cavani è un uomo vero e che quando arriverà il 10 agosto, lui resterà qua con noi a Napoli“.
No Edy, non parti: perché in quel Napoli che sta nascendo, proiettato a danzar tra le stelle, c’è la voglia matta di essere competitivo, di giocarsela con chiunque e senza aver paura di nessuno, di provare a inseguire lo scudetto, di essere autorevole interprete della Champions, però il mercato è un’insidia e là dentro, nell’accordo dell’anno scorso, c’è scritto bello tondo che con 63 milioni di euro si potrebbe perdere il Matador e rovinarsi il party lungo un anno da sogno. “Io penso invece che al termine della Confederations Cup sia possibile saperne di più. A quel punto, senza più gli impegni del campo, Cavani tornerà a Napoli e magari si prenderà una decisione”
Qui De Laurentiis e a te Cavani: e il ping-pong dialettico diviene un concerto a due voci, un dialogo a distanza che ha bisogno persino del lavoro degli interpreti per ridimensionare un equivoco nato sul web a proposito d’una dichiarazione del Matador, serenamente, onestamente assestato su ciò che invece ha sostenuto a più riprese. Per cominciare, il disincanto: “Sono concentrato sulla Nazionale e sono anche tranquillo, le voci del mercato non mi infastidiscono assolutamente, perché sono un calciatore del Napoli“. Per continuare, l’autostima. “L’interesse di squadre nei miei confronti non è sostenuto da riscontri concreti: allo stato attuale non c’è nulla da raccontare. E comunque per qualsiasi calciatore è importante che ci sia attenzione da parte di club“. E per concludere, un assist a se stesso e alla libera interpretazione: “Io posso dire che la squadra che avrà fiducia in me, riceverà da me tutto. Chi direbbe di no al Chelsea o al Real Madrid? Quando una cosa deve accadere, poi accade. Ma io allo stato attuale sono sereno“. Dov’eravamo rimasti? Dove arriveremo?
FONTE: Corriere dello Sport
Articolo modificato 23 Giu 2013 - 10:04