FUTURO CHRISTIAN MAGGIO | Ritorno al futuro e però anche al passato, alle origini e a un calcio mandato a memoria in giovinezza ma anche recentemente. Ritorno alla difesa a quattro, che per un po’ è sembrata un demone e che invece è una normalissima pratica già eseguita agli inizi della propria carriera e anche nell’emergenza, utilizzata da Mazzarri per risistemare il suo Napoli, per verificarlo in condizioni diverse e restiturgli quell’equilibrio evidentemente perduto in talune circostanze. Il ritorno di Maggio, insomma: e dal Brasile, è un ritorno veemente, prepotente, che scaccia via qualsiasi perplessità , che riconsegna all’immaginario collettivo la freccia azzurra. Merito non solo di una traversa con stacco aereo imperioso, ma anche di una prestazione di spessore, di carattere, frenando Neymar, limitandolo, tenendolo.
A TRE – Sembrava ormai solo quello il suo calcio: tutta colpa di una serie di annate straripanti, la più ruggente delle quali a Genova, nella Sampdoria di Mazzarri, che gli dà la possibilità di segnare nove reti. Maggio scopre questa sua vena prolifica, atterra a Napoli con Reja e resta su livelli altissimi: si tiene la Nazionale, cade e si rialza con un infortunio che avrebbe abbattuto chiunque altro, impiega persino cinque mesi per rientrare – invece dei sei e mezzo previsti e finisci addirittura per far scivolare Zuniga  in panchina.
IL REGISTA – Ma sì: a modo suo Maggio è un regista laterale nel contesto del 3-5-2, perché Mazzarri sviluppa il proprio calcio sulle corsie ed il vicentino diviene l’epicentro di quella manovra. Lui accelera come e quando gli pare e per centocinquantaquattro partite, tutte quelle consumante nel suo quinquennio arricchito da venti reti. Poi nulla è per sempre, men che meno la condizione di chi è costretto ad andare su e giù per il campo e l’ultimo Maggio, avendo abituato sin troppo bene, ha avvertito il disagio che si prova nello scoprire che forse c’è qualche pregiudizio: ma la stima è rimasta innata nell’ambiente, per Prandelli è rimasto uno dei titolarissimi della sua Nazionale e in Confederations ha ritrovato il sorriso.
DUBBI – La difesa a quattro, che poi rimane quella in assoluto più usata nell’universo calcio, ad un certo punto è divenuta leggenda metropolitana e quasi è sembrata inarrivabile: però Maggio ci ha giocato, eccome, pure nel Napoli che Mazzarri ha cominciato a mescolare spesso e volentieri; e se Benitez cercava risposte – che in realtà si era già dato, avendo seguito al dvd le prestazioni degli azzurri – il match con il Brasile ha contribuito, dopo qualche difficoltà emersa nella gara con il Giappone: Maggio s’è tolto di dosso qualsiasi peso, s’è opposto a Neymar, l’ha ammorbidito, ne ha subito una simulazione ch’è valso il 2-1 per i Sudamericani, però ha retto, è ripartito dal basso ed è rimerso verso l’alto. Destinazione Dimaro, dove si ripartirà il tredici luglio. Lui non ci sarà , perché ha diritto alle vacanze: non con il fisico, ma con la testa. Proiettata alla difesa a quattro di Benitez per il quale ha studiato ancora.
Fonte: Il Corriere dello Sport