Ogni anno, appena spunta la primavera, si ripresenta la solita ed angosciante domanda che per almeno tre, quattro mesi impegnerà le menti di noi giovani: “Quest’anno dove si va in vacanza?” Luglio ormai è quasi arrivato e, tra impegni di lavoro, tante idee cambiate e mutamenti vari, i miei amici ed io non abbiamo ancora prenotato il nostro solito soggiorno estivo tutti insieme appassionatamente. Ormai è un rito: ogni anno mettiamo da parte l’unica grossa somma di denaro a disposizione per andare in qualche luogo di mare all’estero, solitamente la Spagna, per vivere nuove entusiasmanti avventure tra sabbia, mare, divertimento e relax in allegra compagnia.
Tutto fantastico se non fosse per una coppia di numeri che riecheggia già da tempo nella mia mente. Tredici e ventisei. No, non sono quelli da giocare sulla ruota di Napoli (ma se volete farlo non si può mai sapere!) bensì l’inizio e la fine del ritiro estivo della squadra partenopea a Dimaro. Sono ormai più di dieci anni che nella lista annuale della cose da fare inserisco “andare al ritiro della mia squadra del cuore”. Se in veste di giornalista o appassionata poco conta, fatto sta che ardo dal desiderio di vivere qualche giorno a stretto contatto con una realtà che vivo ormai ininterrottamente da venti anni, stringere la mano ai campioni che compiono le gesta della squadra che seguo di più in assoluto, carpire parole dette sottovoce, gesti, impressioni, sorrisi e tutto ciò che da una telecamera o a distanza spesso non traspare.
Anche quest’anno purtroppo, in particolar modo per motivi lavorativi e di famiglia, nella settimana centrale di Luglio che poi corrisponde proprio con quella del mio compleanno, dovrò ancora essere a Napoli per “deliziarvi” con i miei manoscritti sportivi. Poi, per dirla tutta, la Val di Sole non è proprio dietro l’angolo: impossibile scapparvi per un solo week end e con tutta la crisi che attanaglia l’Italia, tutti gli hotel nelle vicinanza sono già strapieni. Sembra proprio quindi che anche nel 2014 tra i miei propositi dell’anno ci sarà “andare sempre a questo famoso ritiro del Napoli” e chissà che non sia la volta giusta. Poi, la speranza è sempre l’ultima a morire: magari zio Rafè oltre che a qualche acquisto di lusso, penserà anche a rendere aperti ai tifosi gli allenamenti di Castel Volturno ed il problema è risolto per tutti anzitempo. Beati intanto voi che invece andrete in Trentino e, seppur non voglia porre limiti alla provvidenza, salutatemi il nostro grande Napoli.
RIPRODUZIONE RISERVATA