LAVORI FORZATI – Si gioca, tra un po’, e magari si riuscirà a farlo in quel San Paolo che resta aperto come cantiere al sabato e alla domenica, che si affida allo spirito di sacrificio di nove aziende “convocate” dal Napoli per un match che ha un sapore specialissimo: evitare un doloroso trasferimento a Palermo, scongiurare il rischio di una figuraccia che rappresenterebbe una macchia per Napoli e un pregiudizio anche economico per il Napoli.
RINNOVIAMO – Il Napoli ha le idee chiare, ha studiato in giro per l’Europa e saprebbe come fare, dove intervenire, come sussurrato da De Laurentiis in un recentissimo passato: “Io ho un progetto in testa da quattro anni”. Ci sono immagini che restano: l’Allianz Arena ha stordito chiunque, Napoli compreso, che ha avuto modo di osservare quel capolavoro di modernismo dalla pancia; ma niente male, anzi, persino il vecchio Old Trafford, che lascia traspirare storia e pure efficienza. Il tour di De Laurentiis – nei mesi scorsi – è stato ampio: mica solo l’Etihad Stadium o Stamford Bridge; analisi sparse anche tra l’Emirates e Amsterdam e Eindhoven.
LA FERITA – Il San Paolo ha problemi misti sui quali il Napoli, in accordo con il Comune, ha cominciato a lavorare dal 13 maggio: manco il tempo di emettere il triplice fischio di chiusura della stagione e si cominciava a spicconare gli intonaci, a rimuovere le infiltrazioni, a ripristinare i cupolini; a rifare i bagni crollati in una delle curve e a restituire dignità a quelli degli altri settori; ad intervenire sull’impianto di illuminazione. Venerdì De Laurentiis e il sindaco De Magistris hanno parlato, ma solo del certificato di agibilità, che è la condizione irrinunciabile per non doversi ritrovare costretti a mettere la palla al centro alla favorita e ieri il primo cittadino ha di nuovo espresso, stavolta attraverso Crc, il suo personale ottimismo: “Io sono fiducioso e ci sto mettendo la faccia. Nel passato c’è stata un po’ di superficialità ma adesso stiamo facendo in modo da programmare uno stadio nuovo: e questa la volontà comune del sottoscritto e di De Laurentiis. Quando si parla di agibilità si parla di sicurezza: stiamo procedendo ma non voglio neanche prendere in considerazione l’ipotesi che il Napoli debba giocare altrove”.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 30 Giu 2013 - 10:49