E nel mercato un cartello: “Chiuso per lutto”

Negli ultimi giorni è calato  un silenzio assordante sul mercato delle pulci. Un’aria funesta che  ha smorzato  di molto la frenesia e i ritmi di venditori e acquirenti. Un po’ come la quiete dopo la tempesta. Anche se inquieti ci restano in parecchi, ma si tratta  di quelli che nel mercato delle pulci possono solo essere spettatori. Una bancarella che settimana scorsa era in pieno fervore, districandosi tra un “more money, please” e un “chi offre di più”, adesso ha un cartello bene in vista. Dopo il piazzamento del secolo e un incasso contato con due pallottolieri, forse anche tre, la bancarella ha il tendone calato e qualche spettatore, si crede un tifoso azzurro, e chi altrimenti?, ha affisso un cartello con su scritto “Chiuso per lutto”. Chiunque passi di lì può solo vedere resti di baguette consumata a un tavolino con ancora resti di fogli di trattative e numeri da giocare. 50+1, dove 1 probabilmente è un giocatore; 60; 62; 64. Un gioco al rialzo, come la pressione di tutti i tifosi con il fiato sospeso. Insomma, l’attrazione del mercato delle pulci lascia la scena, più ricco e più solo. Gli spettatori hanno assisitito allo spettacolo che poco ha a che fare con il calcio dei sogni e hanno lasciato il mercato più poveri e più soli. Non è un bel giorno, questo, ma sicuramente un giorno che tutti temevano.

mercato delle pulci

Ecco, però, che in un battibaleno si sente già della musica in sottofondo, un’auto con un megafono che annuncia dei nuovi ingressi! Improvvisamente via il cartello funereo e su il telone dalla bancarella degli attaccanti! Ecco che sfilano con un sorriso scintillante nell’ordine: l’attore di altri tempi Gomez, il gigante Dzeko, il graffiante Damiao e uno Jovetic spaesato che vaga tra una bancarella in viola e una in bianconero, passando, ma solo per guardare, per una in azzurro. Eh si! Signore e signori! Perchè da quella azzurra si passa, si guarda e al massimo si vende. Il baratto non esiste e di giocatori in arrivo neanche l’ombra. C’è solo chi prepara i bagagli. Ed ecco allora che ci accostiamo al bancone dei portieri. Girano e trottano come in un valzer, ma più veloce. De Sanctis corre alla bancarella della Roma, Julio Cesar verso quella del Napoli, ma…aspettate, de Sanctis torna indietro verso quella azzurra dove però ormai si è seduto già il “Rafè di cognome”, e nel frattempo il brasiliano, quello più vecchio, ehm! esperto!, si ferma e cerca di capire dove si trova. Ed è qui che con scatto felino De Sanctis torna verso la Roma e Julio Cesar continua la sua camminata lenta verso il Napoli. Lenta. Superato, forse, da Callejon che gli dà appuntamento allo stand. Lento, anche lui. Che non sia mai si dovesse pensare che qualcuno muore dalla voglia di venire qui! Va’ a finire che poi ci roviniamo la reputazione di “piazza non gradita”. Intanto, proprio mentre vi sto parlando, vedo  l’attore di altri tempi Gomez perdersi tra una pubblicità al suo ultimo sponsor che non vuole lasciare e una bistecca al sangue e approda alla bancarella dei viola. Da’ una culata a Jovetic che è ancora più confuso e s’insedia accanto a un Della Valle in preda si suoi spasmi da esaltanza.

Ancora una volta, la bancarella azzurra cala il telone e qualche buontempone affigge il cartello:”Chiuso per lutto”.

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