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Vi ricordate della famosa “napoletanità” proclamata, appena qualche mese fa, da De Laurentiis con tanto clamore? Ecco, forse rimarrà solo un ricordo, un pensiero che ha solo sfiorato la mente del presidente del Napoli. Questo, almeno, è ciò che possiamo dedurre dai primi ed importanti spunti di calcio mercato: quello che sta nascendo, infatti, non sembra un Napoli “napoletano”, un mercato fatto di brasiliani, belgi, francesi e spagnoli ormai privo anche dei soli obiettivi italiani.

L’arrivo di Fabio Pecchia come vice di Benitez è stato l’unico segnale per mettere in pratica questa  filosofia, tanto affascinante quanto complicata: diffondere il pensiero napoletano sarà sicuramente sempre più difficile visti i nuovi arrivi ed i prossimi obiettivi, tutti rigorosamente stranieri e provenienti da altri campionati. Basti pensare al prossimo reparto dei portieri che potrebbe essere tutto verdeoro: Julio Cesar e Rafael, due ottimi “numeri uno”, il primo già affermato e conosciuto, il secondo tutto da scoprire ma che promette bene, di sicuro però, non idonei a mettere in pratica la napoletanità.

Il nesso logico tra modo di pensare e modo di agire del numero uno partenopeo ci lascia immaginare che forse il progetto tende più verso un’altra strada, anch’essa sponsorizzata in maniera evidente: l’internazionalità. Infatti, il Napoli degli ultimi anni ha lasciato le acque del golfo per navigare verso acque più internazionali, ed il sapore della Champions League, provato dopo una lunga attesa, è stata la marcia in più per innescare questo processo.

Un progetto che cresce progressivamente e positivamente da anni, senza conoscere ostacoli, ma con una piccola spina nel fianco, il sogno di creare un Napoli di napoletani o ,almeno, un Napoli che pensi in napoletano. Forse, è un sogno che rimarrà tale.

La sua attuazione ha conosciuto il punto più critico nella vicenda Quagliarella: con il suo arrivo sembrava potersi concretizzare in realtà, quest’ultima però, dopo appena un anno conobbe subito la sua interruzione; un napoletano che sarebbe potuto diventare la bandiera del Napoli approdò nella Juventus facendo crollare quei pochi mattoni sui quali posava quella tanto amata e sospirata “napoletanità”.

Gaetano Brancaccio

Riproduzione riservata

Articolo modificato 12 Lug 2013 - 16:05

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Scritto da
redazione