Diamo perciò priorità alla difesa. Marchena al Valencia, Carragher al Liverpool, ed Ivanovic al Chelsea (che nelle gerarchie di Benitez precedeva il meno diligente difensivamente Azpilicueta), incarnano il modello di terzino che cerca Rafa: ossequioso della fase difensiva, per coprire quelle fasce laterali lasciate scoperte da chi, invece, gioca qualche metro più avanti. Un terzino, insomma, che sia più difensore che cursore. Il centrocampo è il settore nel quale tacchetti, parastinchi ed anche tanta buona volontà non bastano.
Il centrocampo di Rafa è intriso di promiscuità, interscambiabilità. Tutti, infatti, devono saper ricorprire qualsiasi ruolo della mediana, per creare quel movimento e quella densità che possono indurre in errore le difese avversarie. Come Albelda faceva nel Valencia di dieci anni fa, i due centrocampisti poco più avanti del quartetto difensivo devono però garantire fiato e copertura, perchè il fosforo e la creatività del terzetto dietro la punta possa trovare ampio sfogo. La punta quindi. Il ruolo dell’ attaccante dovrà essere interpretato in modo particolare. D’ aiuto alla manovra, ma non così devoto alla stessa. Di supporto, ma non a tal punto da trovarlo sulla linea dei centrocampisti.
Un attaccante, insomma, che sia più finalizzatore. Una punta che sfrutti e valorizzi il lavoro sulle fasce, e garantisca contestualmente quegli inserimenti da dietro che hanno rappresentato il marchio di fabbrica del Bayern Monaco e, un pò più ad Est, dello Shaktar Donetsk. Dunque, è evidente: alcuni ruoli non hanno trovato ancora il proprio titolare, il proprio dominatore, il proprio Neil Armstrong con tanto di bandierina sulla zolletta d’appartenenza. Non mancheranno difficoltà, perchè Napoli è un pianeta a parte, e perchè per Don Rafa il 4-2-3-1 non è semplicemente un modulo, ma un credo tattico, un’identità pallonara…
Articolo modificato 16 Lug 2013 - 15:47