E vuoi che uno come lui non tenga d’occhio soprattutto la difesa? Perché se pensa e dice che si proverà a fare più gol, a partire dai trequartisti, pensa e dice anche che è molto meglio prenderne pochi per arrivare più lontano. Meticoloso, maniacale, ecco il tipo di sinonimi che danno l’idea del personaggio, Rafa Benitez non vuole sentire parlare nemmeno lontanamente di casualità e relativi affini. Soprattutto per ciò che concerne la difesa e, naturalmente, l’impostazione della stessa. Perciò, in questa fase di ritiro, e dopo essersi assicurato i servigi nel reparto avanzato di Mertens e Callejon, starà riflettendo alla sua maniera sulla retroguardia. Punto cruciale e di forza per i suoi successi spagnoli e inglesi, dal Valencia al Liverpool e poi il Chelsea, con l’eccezione Inter, che poi potrebbe servire anche a confermare la regola.
FILO DIRETTO – E allora guarda di più dove sa, e fa richiesta di ciò che reputa conoscere meglio. Guarda per prima cosa in casa sua, la Spagna. Ed ai suoi grandi… Dopo aver mostrato ampio gradimento per Mertens, ecco che arriva il primo spagnolo, Callejon ma poi visto che le cartucce sparate sono solo le prime, subito rilancia. Sfuma Rami, ma potrebbe materializzarsi d’improvviso a Dimaro anche Albiol: il filo diretto con la patria in principio molto sottile, può ora diventare solida fune. Anche perché a tenderla ad arte c’è quel Manuel Garcia Quilon, procuratore principe in Spagna. Con una scuderia da fare invidia, cominciando proprio dal tecnico madrileno, per arrivare all’ultimo in predicato di vestire la casacca azzurra: Raul Albiol. Passando però pure per le trattative di Callejon e Rami, investitura dovuta alla profonda conoscenza dei territori di “caccia” ispanici. Quilon procuratore ed anche insostituibile emissario di Benitez. La difesa ora come ora rappresenta un’urgenza sempre più pressante perché si cambierà modulo e quindi meccanismi e sincronismi. A parte la porta, che con l’arrivo di Julio Cesar sarebbe sistemata, Rafa ne vorrebbe almeno un altro su cui riporre fiducia pressoché cieca, e Raul Albiol Tortajada sembra possedere l’identikit giusto.
EL CHORI – E cos’è? Una salsiccia piuttosto lunga. E’ il soprannome del corazziere del Real Madrid, affibbiatogli pare da Iker Casillas. Lo stesso portiere delle Furie Rosse però dichiarò che, se avesse dovuto dare un volto al gruppo spagnolo, lo avrebbe identificato in quello di Albiol. Perché il ragazzo ha grandi valori morali. Una salsiccia piuttosto lunga certo, visto che il 27enne centrale del Real Madrid sfiora i 190 centimetri, con peso di 82 kg. Fisico piuttosto asciutto perciò, ma al contempo nerboruto e roccioso. Corazza tosta, elevazione notevole, velocità considerevole nonostante le lunghe leve, è una vecchia conoscenza di Rafa che l’ha tenuto a battesimo nella stagione 2003/04 quando, dalle giovanili del Valencia passò al Deportivo Mestalla, una sorta di Valencia-B. Ma ben noto soprattutto a Paco De Miguel, che con Raul lavorò di cesello per fargli acquisire coordinazione e tenuta, cose di cui al tempo faceva un po’ difetto. Perché il trampoliere di Vilamarxant dovette fare i conti in adolescenza con una crescita lampo, ed il suo incedere non era del tutto esemplare dal punto di vista della coordinazione .
AFFERMAZIONE – Ma fu calibrato al meglio. Tanto che riuscì a ricoprire diversi ruoli nella breve parentesi col Getafe e poi nelle successive quattro annate del ritorno al Valencia. Prima centrocampista difensivo e poi trasformato dal trainer Flores da terzino destro a centrale. Posizione che ha poi fatto le sue fortune. Perché El Chori, in Blanco dal 2009, e trattato anche dai Milan nel 2010, s’è fregiato di 2 Coppe di Spagna con Valencia e Real, 1 campionato ed una Supercoppa con il Real, 1 Campionato del Mondo in Sudafrica e 2 Europei. Biglietto da visita evidentemente notevole, con tanto di timbro di Benitez.
Fonte: Il Corriere dello Sport