Garcia Manuel Quillon. A lui il Napoli ha deciso di affidare la gestione prevalente del mercato azzurro. A lui sono ascrivibili l’arrivo di Callejòn ed il quasi approdo di Raul Albiòl. A lui va riconosciuta la “giurisdizione” spagnola. E’ lui cioè ad avere l’esclusiva del mercato iberico. E’ lui, insomma, il centro di gravità permanente al quale De Laurentiis ha deciso di dar carta bianca, o quasi. Alcune riflessioni sembrano dunque implicite, ovvie. La prima riguarda il ridimensionamento progressivo del ruolo di Bigon, che carta bianca l’ ha avuta solo un anno fa, in occasione dell’approdo di Vargas. Quella fu l’ unica occasione nella quale potè decidere in totale autonomia, senza cioè condividere scelta e firma col Deus ex Machina, Aurelio De Laurentiis. Quella fu l’unica, e forse ultima circostanza in cui gli venne riconosciuta fiducia incondizionata. La seconda riflessione concerne il profilo di Direttore Sportivo. Chiara cioè la marginalizzazione societaria di Bigon, un’altra questione si pone dinanzi all’ancor più netta marginalizzazione del ruolo di Direttore Sportivo in generale. Si osservi meglio questo passaggio: già nelle stagioni trascorse abbiamo assistito ad una pur legittima intrusione di De Laurentiis in un ambito, quello della gestione sportiva (non economica) delle trattative, che corrisponde invece al “fisique du role” di un Direttore Sportivo. La delegittimazione del Ds è ancor più marcata, però, nel momento in cui De Laurentiis stabilisce di dar mandato a Quillon. Destituisce così Bigon, mai cuor di leone, mai ardito a tal punto da avanzare proprie suggestioni e proposte, mai Direttore Sportivo a pieno titolo.