CANE E GATTO – A Higuaín erano bastate 34 presenze e 13 gol con la gloriosa maglia del River Plate per guadagnarsi l’attenzione della Casa Blanca, che lo preleva per 12 milioni. Scelta subito premiata, visto che nel maggio successivo il Pipita, due gol pesanti nei 19 spezzoni di gara concessi da Don Fabio, festeggia già la prima delle tre Ligas che metterà in bacheca in Spagna. Davanti a lui ci sono il Fenomeno Ronaldo, la bandiera Raúl, e il miglior Van Nistelrooy, che però, nella temporada 2008/09 è costretto a fermarsi per diversi mesi, a causa di un terribile infortunio. Gonzalo non si lascia sfuggire l’occasione concessa dal destino e, pur non giocando da prima punta, termina la stagione con un bottino di 22 gol in Liga, in 34 apparizioni. Numeri che crescono l’anno seguente, quando arriva a Madrid Manuel Pellegrini, l’allenatore che forse ha saputo valorizzarlo meglio di tutti i prestigiosi colleghi. Con il cileno, ora alla guida del City, sono addirittura 27 le reti in campionato, 18 in più rispetto al nuovo compagno Benzema, che fatica ad ambientarsi nel nuovo ambiente. Nei quattro anni di convivenza, solo in un’occasione il bomber argentino ha segnato, in Liga, meno reti del diretto concorrente, in coincidenza, fra l’altro, con l’intervento di ernia discale della stagione 2010/11, conclusasi comunque in doppia cifra. È in quel frangente che Mourinho, in un’indimenticabile conferenza stampa, parla per la prima volta di “andare a caccia con il gatto, quando manca il cane”. Definizione, per certi versi sviata, che non abbandona più i due contendenti. Lo Special One finisce per alternarli scientificamente, prediligendo il Pipita per le sfide esterne e Karim per quelle domestiche. Le reti piovono a grappoli, anche se, almeno nel caso del sudamericano, le cifre cambiano sensibilmente quando si studiano le statistiche continentali. In 48 presenze in Champions Gonzalo ha trovato la porta solo in 8 occasioni.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 22 Lug 2013 - 12:04