UN ALTRO INSIGNE – Raccontano i compagni che nei suoi occhi adesso vedono una scintilla che qualche mese fa non c’era. Lorenzo ha capito che questa è la sua annata, quella della definitiva consacrazione. Dodici mesi fa era arrivato nel ritiro di Dimaro dopo un’ottima stagione al Pescara, ma era rispettoso, forse un po’ timido perché era alla prima esperienza in Serie A, nella squadra della sua città. Inevitabile volare bassi ed essere forse anche un pizzico condizionati. A distanza di un anno, però, la situazione è cambiata radicalmente. La concorrenza che magari gli faceva poca paura già un’estate fa, adesso lo preoccupa ancora di meno. I dribbling che tentava con Mazzarri, adesso con Benitez li prova con ancora maggior convinzione e continuità. Il cambio di tecnico c’entra, ma soprattutto fondamentale è la maturazione del ragazzo.
BRASILE 2014 – Una marcia in più gliel’ha data la nascita del figlio che insieme alla moglie, ai genitori e al procuratore è a Dimaro. Ieri Lorenzo si coccolava il suo Carmine al termine della seduta pomeridiana e sorrideva. Energia allo stato puro per affrontare anche i due allenamenti di oggi e poi quelli dei giorni successivi. Perché Benitez chiede sempre la massima intensità e là davanti bisogna spingere al massimo perché la concorrenza è grande complice gli acquisti di Callejon e Mertens. Lorenzo spera di essere titolare e di agire sulla fascia sinistra, quella che preferisce. Partendo da lì vuole segnare almeno quindici gol, quelli che spera convincano Prandelli a portarlo in Brasile, per i Mondiali del prossimo giugno. La strada da fare è tanta e le 5 marcature in Serie A del 2012-13 andranno addirittura triplicate per centrare l’obiettivo, ma Insigne ci crede e dietro a lui che lo spingono ha i tifosi napoletani.
L’AFFETTO – Sabato, nonostante non abbia battuto il portiere avversario, è stato il più acclamato e il Napoli migliore è stato quello del primo tempo quando il ragazzo di Frattamaggiore ha trovato i giusti varchi tra le linee e, tagliando verso il centro, ha innescato i compagni mandando in tilt la difesa avversaria. Venerdì un nuovo test, poi ci saranno le amichevoli internazionali, quelle che saranno una specie di antipasto della Champions, la competizione che Insigne aspetta di giocare per sentire l’inno nel suo San Paolo. Addosso avrà ancora con il suo numero 24. Per cambiarlo e prendere numeri più pesanti, dal 7 che fu di Lavezzi e poi di Cavani al 10 di Maradona e del suo idolo Del Piero, ci sarà tempo. Adesso lo aspetta la stagione della consacrazione, quella che con Benitez al suo fianco gli dovrà permettere di fare il definitivo salto di qualità. Lorenzo ci credere. E come lui ci credono tutti i napoletani che per uno dei loro figli prediletti fanno un tifo speciale.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Articolo modificato 22 Lug 2013 - 12:02