Il calcio ed il cinema hanno regalato intrecci storici, tagli di pellicola che sono rimasti indelebili nell’immaginario collettivo.
A volte, però, la realtà somiglia più del dovuto alla fantasia degli sceneggiatori e quando si ha come Presidente di una squadra di calcio un produttore cinematografico, le percentuali che il mix diventi irriconoscibile anche agli occhi dei più attenti diventano molto alte.
Nando Cicero, nel 1983, non avrebbe mai osato pensare che, a distanza esattamente di trenta anni, un caso simile a quello descritto nel suo “Paulo Roberto Cotechino, centravanti di sfondamento” avrebbe potuto materializzarsi, anche se in forme diverse.
Il “rapimento” di un attaccante, la sottrazione ai suoi tifosi, al campo di gioco, alle videocamere e ai microfoni della stampa.
Cotechino come Higuain, permetteteci di esorcizzare questa spasmodica attesa.
Da quando l’argentino è arrivato a Dimaro il mistero ha avvolto le sorti del calciatore: dai dubbi di natura contrattuale, ai diritti di immagine, allo sponsor tecnico, tante voci ma nessuna certezza e, soprattutto, nessuna presenza fisica del calciatore.
Lo immaginiamo così nella sua camera d’albergo, con la stessa camicia porpora che aveva all’aeroporto e poi nella foto serale con il Presidente De Laurentiis dinanzi a una torta. Fuori la stanza due guardie svizzere (Inler e Behrami?) pronte a visionare qualsiasi movimento dell’avversario… si perché tecnicamente, molto probabilmente, è ancora un calciatore di un’altra squadra, visto che non è stata comunicata alcuna firma.
Il povero Higuain ha conosciuto così l’Italia e i suoi modi, speriamo almeno che gli abbiano lasciato accesa una tv dove potersi godere qualche bel film, sperando che il lieto fine sia dietro l’angolo, proprio come per il grande Paulo Roberto Cotechino…
Antonio Manzo