Quanto può significare un saltello? E poi ancora un altro, un altro ancora. Su un coro scatenato dello stadio, che è sempre lo stesso da tanto tempo, da sempre: “Chi non salta juventino è”. E Zuniga ha saltato.
Zuniga ha saltato, per fortuna. E in quel salto c’è un messaggio preciso, precisissimo. Eppure, la domanda sorge forte: perché fischiarlo? Quali sono stati i motivi che hanno portato numerosi sostenitori azzurri a fischiare un proprio calciatore?
In realtà nessuno ha mai ascoltato queste dichiarazioni d’amore alla Vecchia Signora da parte di Zuniga. E allora perché metterlo così in difficoltà, durante una partita amichevole poi. Il giocatore ne ha risentito, e non poco.
Come spesso accade, però, la questione va vista da diversi punti di vista. Quello che si chiedono molti tifosi, ora, è semplice: e se Zuniga non avesse segnato? Se non avesse fatto quello scarico e quel taglio verticale, scartando il portiere e mettendola dentro? Come si sarebbe comportato il tifoso azzurro. Avrebbe continuato a fischiarlo fino alla fine. Fino a quale scopo?
Il destino, o forse la professionalità del giocatore, pare che stavolta abbia avuto la meglio. Ma resta, forte, il dubbio sul comportamento di una parte dello stadio. Poi spetta al giocatore, a calciomercato ancora in atto, decidere di accettare o meno il rinnovo del contratto propostogli da Bigon. Fino a quel momento Zuniga è e resta un calciatore del Napoli. E merita rispetto.
Raffaele Nappi
Articolo modificato 31 Lug 2013 - 01:25