E’ così che in un caldissimo lunedì di fine luglio, in un “San Paolo” splendidamente gremito, scende in campo il Napoli insieme a tutti i suoi pupilli. Tra loro anche Lorenzo Insigne, che ha l’arduo compito di colmare il vuoto affettivo lasciato da Cavani, in un abbraccio sportivo con i suoi tifosi che lo inneggiano dalle curve. Tutto splendido fino all’apoteosi, la rete su calcio di rigore che i suoi compagni lasciano tirare proprio allo scugnizzo di Frattamaggiore, che quando segna nel suo tempio, riceve istantaneamente una ventata di amore, ottimismo e carica agonistica. Il portiere turco è battuto ed è bellissima la corsa dell’attaccante verso la bandierina del calcio d’angolo accerchiato dai compagni, vecchi e nuovi, che lo abbracciano, rinnovando la sua bellissima storia d’amore con l’azzurro che porta sulla pelle, nel cuore e nel sangue con un bacio alla maglia, questa volta istintivo e naturale, come solo un napoletano può fare.
L’ha detto anche Behrami a Dimaro, «ci sono cose che solo chi è nato a Napoli può capire e sentire». Nel giorno della pace dei tifosi con Zuniga a suon di cori, della presentazione della squadra, del primo saluto ufficiale ad Higuain ed anche della commemorazione della tragedia avvenuta in Irpinia, Insigne è un folletto che scalda il cuore, passato e presente di un Napoli che non è solo ragione ma anche puro sentimento.
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Articolo modificato 31 Lug 2013 - 19:36