Madonna del Sasso, nella provincia piemontese del Verbano Cusio Ossola, versante occidentale del lago d’Orta. Poco più di quattrocento abitanti e un santuario del ‘700.
Il lago d’Orta, per gli appassionati della geografia italiana, sarebbe quel piccolo bacino, molto suggestivo, nella zona del novarese, dove quasi al centro spunta l’isolotto di San Giulio, circondato dalle acque di un lago che, stranamente, invece di avere un emissario diretto a sud, come gli altri laghi alpini, ne ha uno che va verso nord.
Cosa potrà mai succedere in un così piccolo centro abitato, lontano dai frastuoni metropolitani, dai fermenti cittadini, ai margini romantici della “provincia meccanica”? Una polemica da 200mila euro, a causa di un campo di calcio. Pare che il consiglio comunale di Madonna del Sasso, secondo le rimostranze dell’opposizione locale, abbia approvato una delibera, attraverso una maggioranza molto precaria, utile alla costruzione di un campo di calcio in erbetta sintetica. Di questi 200mila, 120mila saranno solo di mutuo.
I consiglieri contrari a questo intervento hanno pubblicamente denunciato la dannosità del progetto che, secondo le previsioni, indebiterebbe per diversi anni le casse comunali, col rischio di danneggiare anche il territorio dal punto di vista ambientale.
La struttura, secondo i progetti, verrebbe realizzata nei pressi degli acquedotti di Artò-Cetonara, un’area naturale di notevole rilevanza paesaggistica. Inoltre, sempre secondo i timori dei contrari alla delibera – i quali sperano di convincere l’amministrazione locale a ritirarla – sembrerebbero avvalorati pure dall’eventualità che la squadra di calcio locale dovrebbe trasferirsi nel vicino municipio di Pogno.
Ecco che un investimento di 200mila euro, per una squadra di calcio nemmeno direttamente presente in paese, e in un così piccolo comune alpino, risulterebbe, agli occhi dell’opposizione, un’azione amministrativa sproporzionata e priva di logica, oltre che rischiosa per il bilancio locale.
Il sindaco, Alessio Strada, ha giustificato l’intervento approvato con delibera affermando che l’attuale impianto sportivo necessita di rifacimento, e che un campo in erba naturale sarebbe costato più di 100mila euro, senza contare le spese di manutenzione. Invece, con i 200mila euro previsti, grazie anche a un contributo regionale, il comune potrà rifare un campo in erba sintetica, allineandosi agli usi degli impianti sportivi locali.
E, a proposito di interventi, proprio il lago d’Orta, negli anni ‘venti, diviene vittima di un grave disastro ambientale, a causa degli scarichi chimici di una celebre industria tessile, la Bemberg, azienda tedesca colpevole, in quegli anni e anche successivamente, di aver causato uno dei disastri ambientali più gravi per la penisola italiana, così violento da causare la quasi totale scomparsa della fauna ittica. Per molto tempo i pesci sembravano un lontano ricordo, in un bacino idrico dove il ricambio è molto scarso e piuttosto lento.
Il paradosso è stato rappresentato dal fatto che, nonostante i successi della Bemberg, l’azienda abbia poi chiuso, lasciando nei guai il comune di Gozzano, dove si trovavano gli stabilimenti tedeschi, costretto ad fronteggiare debiti e gravi problemi di ordine ambientale.
Adesso la Bemberg non c’è più, da alcuni anni sembra che sia ricominciato il ripopolamento del lago, dopo un lungo e massiccio processo di recupero durato decenni. Nulla di nuovo o di sorprendente, per come vanno certe cose. Ma, forse, da quelle parti, la paura è proprio questa. Che un intervento porti con sé effetti benefici per gli “assenti”. Chiedere alle squadre locali, quelle che ci sono.
Sebastiano Di Paolo, alias Elio Goka