Rinnovo Zuniga Napoli – Ha saltellato al coro «Chi non salta, juventino è». S’è rappacificato con il pubblico che pochi minuti prima l’aveva fischiato considerandolo un traditore. Ha ricevuto i complimenti di Rafa Benitez. Ma il futuro di Camilo Zuniga è ancora appeso ad un filo. Dopo le dimostrazioni di affetto ricevute durante l’amichevole con il Galatasaray: l’esplosione di una pace sorta in maniera così spontanea e così incredibile, lascerebbero pensare che Zuniga possa restare anche per il prossimo campionato. Ma il condizionale è d’obbligo. Finora il manager del colombiano, Marco Calleri, non ha ricevuto alcuna convocazione da parte del Napoli per discutere del rinnovo del contratto. E‘ da mesi che aspetta.
Le parti sono piuttosto distanti. Il giocatore chiede di guadagnare più del doppio di quanto percepisce adesso. Ora viaggia sugli ottocentomila euro netti. E lui vorrebbe circa due milioni all’anno per altri tre anni (la Juve gliene offrirebbe 2,2). Il Napoli non è intenzionato a soddisfare quella richiesta. Ma le parti non si parlano, non s’incontrano e più passa il tempo e più il rapporto s’inasprisce. Le dichiarazioni del club sono perentorie: «Zuniga resta a Napoli, non si cede». Anche a costo di perderlo a parametro zero a giugno 2014.
E può permettersi di usare il pugno fermo in quanto il costo del cartellino è stato ammortizzato nel corso degli anni. ll problema è la serenità del calciatore. Zuniga resterebbe pure ma lo farebbe controvoglia a scapito della continuità di rendimento. Quindi nel giro di qualche settimana una soluzione dovrà essere presa. Intanto, nelle ultime ore è tornata alla carica l’Inter di Mazzarri, offrendo Ranocchia in contropartita e soldi.
Chi patisce nella stessa misura la situazione di imbarazzo è Rafa Benitez. Zuniga è l’elemento che consente di rimpiazzare Maggio a destra, di alternarsi con Armero a sinistra, di essere lanciato anche sulla trequarti in talune circostanze. Un giocatore eclettico, nonchè dotato tecnicamente ed atleticamente. Come piacciono a Benitez.
Ora la parola passa alla società. Accontentarlo? O rompere definitivamente?
FONTE: Corriere dello Sport
Articolo modificato 1 Ago 2013 - 09:13