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Da Cavani a Higuain: quando le presentazioni possono segnare un cambiamento epocale

Il giorno dopo la presentazione di Gonzalo Higuain come nuova punta di diamante dell’attacco del Napoli, viene spontaneo fare un confronto con un’altra celebre introduzione, che appena tre anni or sono sancì, quasi inaspettatamente, l’inizio di un ciclo esaltante e colmo di soddisfazioni. Riuscire a rispettare la corrispondenza tra premesse e promesse non è compito da tutti, anche perché l’imponderabilità degli eventi lascia sempre aperto uno spiraglio verso il fallimento e la delusione collettiva. Tuttavia, bastano poche parole, un sorriso, una diversa modulazione della voce per far capire che magari, certi traguardi, non sono poi così lontani come appaiono.

Prima del Pipita, quindi, fu la volta del Matador. Sempre dal Sud America, terra ormai d’adozione dell’azzurra napoletanità calcistica. Un arrivo dal Palermo a sorpresa, merito di un personale e repentino blitz del patron De Laurentiis, desideroso di dare al suo condottiero Mazzarri (che la stagione precedente aveva risollevato in un batter d’occhio le aspirazioni del club) un attaccante le cui qualità andavano affinate. Oltre alle ormai fisiologiche affermazioni relative al calore della piazza, Cavani si palesò con fare timido e disposto ad integrarsi nel gruppo facendo leva sulla sua innata umiltà. Il tutto permeato da un momento storico che vedeva la squadra in bilico tra il diventare una grande a livello nazionale (e internazionale) o un triste fuoco di paglia. Insomma, sebbene l’organico presentasse già puntelli di assoluto valore, il Napoli era alla ricerca di una sua definitiva affermazione, ma pur sempre nel rispetto del “work in progress” sbandierato a più riprese proprio dalla dirigenza partenopea.

Trentasei mesi più tardi, lo scenario è piacevolmente cambiato. All’interno della società si respira un’aria diversa, caratterizzata dalla voglia di conquistare mete prestigiose grazie ad un progetto tecnico che fa delle certezze e dell’ingente disponibilità economica i suoi principali punti di forza. Anziché proseguire a suon di gol la strepitosa posizione di rilievo guadagnata durante la sua parentesi in azzurro, Edinson Cavani ha preferito lasciare il passo a Gonzalo Higuain attraverso un passaggio del testimone che, complice l’irrinunciabile (ahinoi!) sfarzo transalpino, serberà parecchi veleni ancora per molto.

Il bomber argentino, che ha già il merito di aver esaltato una tifoseria che non riusciva a darsi pace per la cessione del suo beniamino, ha subito messo le cose in chiaro, andando dritto al dunque e fissando quelli che saranno gli obiettivi da perseguire. Le brevità della conferenza tenutasi ieri testimonia proprio la sicurezza dell’atleta, proveniente da palcoscenici di spessore dove si vive di successi un giorno sì e l’altro pure. Erano anni, anzi decenni che non si assisteva ad una presentazione del genere, e lo stupore di diversi addetti ai lavori presenti a Castel Volturno ne è la prova. Il cambio di mentalità, comunicativa e tecnica, segna il punto d’inizio di una svolta epocale che tra qualche mese potrebbe regalare gioie sportive inimmaginabili, e lascia intravedere, senza alcun dubbio, un futuro più azzurro del solito.

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Articolo modificato 2 Ago 2013 - 15:49