E’ volta al termine la settimana in cui Napoli ha riabbracciato ufficialmente il calcio giocato, seppur soltanto nell’ambito di partite amichevoli.
Anche se, quelle inscenate, sono state partite dalla pregevole caratura, capaci di far venire l’acquolina in bocca ai cultori del calcio ed, al contempo, consentire ai napoletani di familiarizzare con le grandi squadre europee, in vista dell’incipit della Champions League, ma soprattutto utili a Mister Benitez per sondare testa e gambe della sua nuova creatura.
Così, lo scorso lunedì, lo stadio San Paolo ha riaperto i battenti, ma l’auspicato urlo di delirio e gaudio è rimasto strozzato nella gola dei napoletani che hanno dovuto rinunciare all’attesissima festa, doverosamente posticipata in virtù della tragedia avvenuta in Irpinia, la sera antecedente.
Tuttavia, i napoletani hanno potuto accogliere ufficialmente il nuovo “mattatore” del reparto avanzato azzurro: Gonzalo Higuain.
In una serata nella quale ha prevalso, quindi, il calcio giocato e la squadra di Benitez ha iniziato a muovere i primi passi sul manto erboso dell’impianto di Fuorigrotta, contro il Galatasaray di Terim.
Gli azzurri hanno vinto, ma soprattutto convinto, in particolare nel primo tempo, laddove la condizione atletica perseguita finora ha consentito a fiato e sincronismi di gioco di viaggiare all’unisono, palesando trame accorte, affascinanti, quelle impartite dal tecnico spagnolo e discretamente interpretate dalla squadra nella sera del debutto davanti al pubblico di casa.
Si intravede l’anima di un Napoli diverso, rigenerato da nuovi uomini e nuova linfa.
Anche se è troppo presto per poterlo affermare con assoluta certezza, le innovazioni tattiche e la mentalità inferta alla squadra da Benitez, costituiscono quella ventata di fresche e nuove motivazioni ed innovazioni che, la cui mancanza, in alcune fasi della scorsa stagione, ha concorso a svilire lucidità ed agonismo.
Quella di lunedì è stata anche la serata dell’inverosimile durante i venti minuti in cui ha tenuto banco “il caso Zuniga”.
Subentrato nella ripresa, allorquando il match si adagiava su sonnacchiosi ritmi, ci ha pensato il colombiano ad animare gli animi azzurri.
Tampinato di fischi e slogan anti-Juve dai tifosi presenti sugli spalti, al coro “Chi non salta juventino è!” Camilo ha saputo abilmente inscenare una repentina ed inaspettata metamorfosi che l’ha trasformato da bersaglio ad idolo, prima raccogliendo la sfida dei tifosi, saltellando insieme a loro, con la goliardica e giocosa ironia che lo contraddistingue e poi, siglando perfino una rete.
Caso Zuniga da archiviare?
Un saltello non costituisce una prova.
Alla coda della settimana azzurra, però, erano adagiati gli appuntamenti più succulenti ed attesi in casa Napoli.
Gli azzurri quindi volano in terra britannica per partecipare all’Emirates Cup, competizione calcistica per squadre di club internazionali, organizzata dall‘Arsenal, inscenata nell’Emirates Stadium.
Partecipando al suddetto e prestigioso torneo, preservato alle “grandi signore d’Europa”, il Napoli rimarca, sottolinea e rilancia la propria presenza anche in ambito europeo.
Agli azzurri è toccato scendere in campo per misurarsi prima contro i padroni di casa dell’Arsenal e poi con il Porto.
Sabato contro gli inglesi, la squadra ha saputo confermare quanto di buono aveva lasciato intravedere già lunedì tra le mura casalinghe, anche se, contro gli inglesi, la difesa ha palesato qualche incertezza in più.
Tuttavia, quanto prodotto nei primi 60′ circa da Pandev e company in fase offensiva, mostra il potenziale di cui questa squadra dispone e dimostra che l’acume tattico plasmato nelle menti dei suoi uomini da Benitez inizia a prendere corpo ed anima.
Non è una squadra arruffona, ma educata al ragionamento, quando si trova con la palla tra i piedi e destinata, con il tempo, a fare suoi gli automatismi intravisti in queste gare.
Nella ripresa, ancora una volta, lo smalto e la brillantezza sono venuti a mancare, così Rafa ha dato luogo ad un ampio turn over, con il duplice intento di lasciar rifiatare gli uomini impiegati nell’ambito dei primi 45′ e di impiegare gli altri elementi di cui dispone, per visionarli e valutarli, ancora una volta.
La gara contro l’Arsenal è terminata con il risultato di 2-2 e tante annotazioni sul taccuino di Benitez da convertire in costruttivi moniti per la difesa azzurra.
Meglio non rimuginare sull’epilogo della partita contro il Porto, terminata appena poche ore fa.
Per iniziare con il passo giusto la settimana che verrà è di buon auspicio pensare che questo week end ce lo siamo lasciato alle spalle.
Luciana Esposito
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