La verità è che questo nuovo eventuale gruppo avrà la necessità di infervorare il proprio amalgama con un full immersion più intenso rispetto al solito, con l’obbligo di accelerare le operazioni di assimilazione di schemi e movimenti, che nell’idea del tecnico hanno più importanza della preparazione atletica, come si è potuto evincere dal ritiro degli azzurri. Questa metodologia ha quindi la postilla improrogabile di sottoporre gli “iniziati” al team azzurro a questa sorta di tour de force che potrebbe mettere in difficoltà chiunque, anche ipotetici campioni che arriverebbero comunque in un contesto in cui è fondamentale l’approccio mentale immediatamente calato nei concetti di intensità a cui il progetto fa capo, in considerazione di una piazza infuocata che non perdona cali di concentrazione o distrazioni che altrove sarebbero fisiologiche. E’ proprio questo l’altro aspetto da valutare, e cioè il termometro di una piazza che sente la squadra come poche altre tifoserie. Ecco perché il passaggio dall’amore incondizionato all’odio mirato verso chi non abbraccia a pieno regime l’affetto per i colori e quella tenacia nel difendere la maglia che fa di un calciatore un beniamino dovunque è davvero breve, figurarsi in una piazza innamorata come quella napoletana. E’ consigliabile, ovviamente, che i calciatori in arrivo abbiano almeno la propensione verso gli schemi del mister, cioè che abbiano, nel loro recente passato, avuto a che fare con idee tattiche vicine a quelle di Benitez, almeno per semplificare un lavoro di approccio che è già ostacolato dal poco tempo a disposizione.
La natura di queste scelte andrà decisamente rivista già a cominciare dalla prossima stagione, quando cioè un altro campionato sarà trascorso e la maturazione a livello societario sarà completata, avendo assorbito un cambio così radicale come quello avvenuto quest’anno, abbandonato il vagone che si trascinava dietro Mazzarri e la sua mentalità, diametralmente opposta a quella del tecnico spagnolo. Eventuali successi sarebbero poi l’iniezione di fiducia fondamentale per considerare la necessaria assimilazione di un concetto che tutt’ora latita nei corridoi degli uffici di Castel Volturno; programmazione.
Ovviamente, in questo frangente, ci riferiamo alla programmazione di un mercato che diverrebbe il frutto, sin da subito maturo, per costruire una squadra a partire dalle tappe del ritiro, senza distrazioni di percorso dovute alle voci di arrivi o di addii, che pur sempre mettono a repentaglio la concentrazione già in fase di preparazione, quando muscoli e testa sentono il bisogno di essere un tutt’uno. Rendere l’ambiente asettico da polemiche e tensioni di mercato vorrà dire lavorare bene e con quegli uomini che arriveranno fino al debutto in campionato, dimenticando gli arrivi e gli addii a pochi giorni dal via. Quest’anno la dirigenza azzurra ha ritenuto opportuno lavorare giorno per giorno, scongiurando difficoltà dovute agli ultimi arrivi, quelli che possono richiedere qualche settimana in più del dovuto, con conseguente ripercussione sulle gare iniziali, da affrontare ancora come prove di assestamento. Forse, l’anno che verrà, porterà la giusta consapevolezza anche sotto l’aspetto delle mosse future di mercato, senza per questo chiudere la porta agli affari dell’ultimo minuto.
Articolo modificato 10 Ago 2013 - 17:04