La festa del San Paolo accesa dai fuochi e dalla passione dei tifosi. Rui Costa: “Stadio unico”

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Tanta voglia di Napoli. Ancora un bagno di folla al San Paolo per incoraggiare la squadra targata-Benitez. Circa quarantamila spettatori sugli spalti per partecipare a quella festa rinviata a fine luglio per rispettare le trentanove vittime di Pozzuoli. Nonché scoprire i nuovi che non si erano esibiti a Fuorigrotta (Reina, Albiol ed Higuain) ed i progressi tattici compiuti in questi pochi giorni di lavoro. Sono tornati quasi gli stessi che c’erano con il Galatasaray, giovani e meno giovani, donne e bambini, molti giunti dai posti di mare, perché la voglia di partecipare e credere a questa nuova avventura é davvero tanta. Contribuisce anche il meteo a rendere la serata piacevole, frizzante ed imprevedibile.

I tifosi, con le due curve ancora senza striscioni, vogliono gustarsi quanto di frivolo era stato abolito dopo la tragedia del pullman precipitato dal viadotto in Irpinia. S‘attendono altre novità dopo la presentazione delle maglie e dei nuovi acquisti. Ed il tutto viene riproposto in una cornice che stupisce anche il direttore sportivo del Benfica, Rui Costa: “Il calore che sprigiona questo stadio é unico. Giochiamo nello stadio dove si è esibito Maradona“, dichiara ad una radio portoghese prima che inizi lo show calcistico e non.

In leggero ritardo rispetto al previsto, ecco le trentaquattro ragazze in costume a dare vita ad un balletto all‘americana, stile Nba. Il pubblico si diverte, applaude. E’ la prima volta che al San Paolo si registra un prepartita simile e con una coreografia che tanto piace a donne e bambini. Ma quando al termine del balletto compare la bandiera americana con la “N” del Napoli al centro si mescola qualche fischio tra i tanti applausi. L’internazionalizzazione a qualcuno non piace ma la maggioranza degli spettatori apprezza uscire dagli schemi tradizionali. Probabilmente il balletto delle cheerleaders proseguirà anche per le partite di campionato. 

E a seguire i fuochi d’artificio. Gli immancabili e spettacolari razzi che partono da bordo campo e s’inerpicano verso il cielo illuminandolo di colori e calore. Si eccitano i quarantamila. Quei fuochi stanno a presagire un campionato scoppiettante quanto pirotecnico. La gente ci crede e riprende a cantare: “Chi non salta, juventino è“. A Benitez ed ai suoi, il compito di mantenere premesse così impegnative. Il cerimoniale si protrae ma c’é tempo per lanciare il nuovo inno sociale appena dopo la lettura delle formazioni. E‘ una riedizione in chiave moderna de “‘O Surdato ‘nnammurato” cantato da Valentina Stella. Ritmato, orecchiabile ma neanche eseguito per intero.

Ai napoletani basta ascoltarlo per accompagnarlo comunque e con trasporto. Ha poco da vedere con l’originale, sicuramente pieno di sentimento e passione, ma il pubblico si diverte uguale. Canta ed aspetta di assistere all’amichevole con il Benfica di Jesus, l’avversario che sancì il ritorno in Europa del Napoli nuovo corso dopo anni di assenza e di magre.

FONTE: Corriere dello Sport

 

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