Gamberi… si. Quasi. I dubbi, le incertezze, il “ni” in coda, tutto sta diventando affermativo. C’è una bozza d’intesa, c’è la voglia e possibilità di chiudere, ci sono le strette di mano. S’aspettano ora le firme. Gamberini al Genoa. L’affare che non è ancora fatto e che però si può fare. Prestito secco la formula trovata. Che sembra star bene a tutti. Liverani sostituisce Granqvist, Gamberini va a giocare, il Napoli da un altro taglio ai numeri in eccesso: d’organico e in bilancio. Gamberini in uscita. La sensazione qualche settimana fa. I primi indizi, le gerarchie della difesa che si definivano e stabilizzivano. Poi la possibilità: concreta. L’offerta del Genoa, i contatti dei giorni scorsi e l’accelerata tipica degli ultimi momenti di mercato, quando si fa la conta e i conti, e c’è sempre qualcosa che non quadra. E allora si stringe, si restringe. Troppi i difensori in organico per Benitez. Troppi per chi ne vuole due per ruolo giusti e un altro jolly dietro. Un mese e più di osservazione attenta. Dai test del raduno al ritiro di Dimaro, e dopo di nuovo a Castel Volturno. Ore di campo come database aggiornato, scelte tecniche e opportunità di mercato da combinare. La riflessione, ampia. Su tutti. Per tutti. Livelli quasi simili e caratteristiche diverse. Albiol il ministro della difesa, Cannavaro il capitano, Britos potenzialmente giusto per la linea a quattro. Poi gli altri. Da valutare, far giocare, scrutare dalla panchina per capirne l’adattabilità alle idee e al modulo. Da provare insomma. Eventualmente cedere. Gamberini al Genoa è la trattativa avviata. Dettagli ormai da definire, cifre solo da aggiustare e tempi soliti, quelli necessari di chi mentre vende, acquista; e cerca il marcatore che vuole Benitez: agile, svelto di gambe, che sgomita in area e sa farsi rispettare. Soprattutto di testa. Su quelle palle che sarebbero la specialità di Fernandez: falco più che flaco, almeno in nazionale.
Federico Fernandez la strana storia degli ultimi due anni. La cronaca di partite dal rendimento pressocché opposto. Inspiegabile. Croce e delizia. Riserva a Napoli, titolare con l’Argentina. Solo un’alternativa per Mazzarri, intoccabile per il CT Sabella. Fernandez il caso di ogni mercato. Lo vogliono tutti. Wolfsburg, Bayer Leverkusen e Werder Brema le pretendenti in Germania; il Rubin Kazan l’ipotesi russa; piace al Catania e c’è stato anche un approccio col Tottenham. L’aspettà però il Getafe. Di nuovo. Lì Fernandez sa di giocare, ed è quel che vuole nell’anno dei Mondiali. Si può rifare in prestito oneroso. Questione di momenti. Di difensori in arrivo e altri che partono. E riflessioni, ancora. Bigon temporeggia, Benitez aspetta. Per ora è tutto congelato. La difesa è così immaginata: due per ruolo e un quinto pronto. Anche giovane.
Ma non è Uvini. Che pure ha mezza serie B che gli fa il filo e fa la fila. Piace alla Dinamo Zagabria e può tornare in Brasile. Che è una tentazione. Ma solo se può giocare la Coppa Libertadores. Sennò resta in Italia.
Che è di certo il futuro di Emanuele Calaiò. Il bomber ha rifiutato la Champions coi greci del Paok e un progetto in Cina. Ora deve scegliere. Diverse le opzioni. Palermo: casa. Torino: i ricordi. Il Chievo: Sannino. E Genoa e Verona defilate. Deciderà Calaiò. Può.
Come Dossena. Che interessa a Torino e Parma. Ma ch’era intrigato dall’estero. Dinamo Mosca, Rubin Kazan e la Turchia le soluzioni: contatti col Galatasaray e trattativa col Trabzonspor. Si può fare, è più di un’idea. Quel che è, quel che forse è stato anche Donadel per il Livorno. E Gargano per Fulham, Benfica e Parma. Si vedrà, i dubbi sono del mercato. Ma pure le certezze: Erwin Hoffer sicuro non torna al Napoli. Il Fortuna Dusseldorf insiste: offre 500mila euro.
Fonte: Il Corriere dello Sport