-Eccone un altro.
-Mettetelo lì.
-Come mettetelo lì, è Gonzalo!
-Gonzalo chi? Quello del Napoli?!
-Sì, è caduto mò mò a Marina di Capri.
-Porca puttana, fatemi passare! Dove sta? Portatelo qua subito!!!
– Sta fuori, è appena arrivato, sta un sacco di gente!
-Vi ho detto che dovete portarlo subito dentro. Lasciate perdere tutto!
-Buongiorno signor Gonzalo, come si sente?
-(Silenzio)
-Non si preoccupi, da quello che vedo sembra una cosa da niente. Faremo subito e non sentirà dolore. Ma mi dica, come è successo?
-(Silenzio, appena qualche mugnugno…).
-Capisco. Ecco, signor Gonzalo, passiamo subito all’operazione. Saremo velocissimi.
-(Gesto di sollievo da parte dell’interlocutore).
-Ma mi dica solo una cosa? Posso chiederle solo un favore?
-(Gesto di insofferenza da parte dell’interlocutore).
-Sì, ecco, un piccolo favore. Allora già che ci siamo mi potrebbe firmare un foglio. Ecco, (grida voltandosi dall’altro lato) me l’avete portato il foglio con la penna??? Allora, in ordine: un autografo per me, “Al carissimo Vincenzo, primario d’eccezione”, uno per mia figlia, naturalmente “Alla prima tifosa azzurra, la bellissima Carolina”, uno a mia moglie, Rosaria “La prima donna di Capri”, e visto che ci siamo anche a mio padre, che ci tiene tanto “Un caloroso saluto a Don Raffaele”. Metteteci pure Maria dalla Sanità e Vincenza da Posillipo. Qua al lavoro domani faccio il botto!
-(L’interlocutore sgrana gli occhi con impazienza e un sentimento sempre più evidente di incredulità”).
-E adesso, caro Gonzalo, procediamo con l’operazione!
Ok, abbiamo scherzato. Ma chi saprà mai cosa si sono detti gli infermieri che oggi hanno operato al volto Gonzalo Hguain? Quelli che hanno visto 40 milioni di euro impacchettati in un camice bianco arrivare con la faccia insanguinata il nuovo re di Napoli, il bomber su cui un intero popolo ripone le sue speranze. Ok abbiamo scherzato, ma ci voleva. Si fa per sdrammatizzare.
Era davvero troppo perfetto per essere vero. 3-0 al Bologna, il tabù Pioli sfatato finalmente, un calcio spettacolo come non si vedeva da tempo, la palla sempre tra i piedi azzurri, il controllo della partita dal primo all’ultimo minuto, i fuochi d’artifico, le cheerleaders, il pubblico, l’inno, il presidente che sogna e che fa sognare, il primo posto in classifica (lo sappiamo che è solo la prima giornata, ma fa bene vedersi lassù). Era troppo bello per essere vero.
Da buon napoletano, e da buon scaramantico, la domanda sorge spontanea: da quale parte geografica sarà partita l’enorme “seccia” che ha colpito il bomber argentino? Io, un’idea ce l’avrei…
Raffaele Nappi